venerdì,Aprile 25 2025

Tra Ionio e Tirreno cento anni di differenza corrono lungo i binari dei treni: il paradossale gap

A che punto sono i progetti che riguardano la statale 106 e linea ferroviaria, colpevolmente marginalizzate dalla politica. Il cambio di paradigma imposto dall’Ue

Tra Ionio e Tirreno cento anni di differenza corrono lungo i binari dei treni: il paradossale gap

Colmare il gap, non tra nord e sud ma tra est e ovest. Della Calabria. Una Calabria che viaggia a due velocità e produce una differenza abissale tra la dorsale tirrenica ed i pianori ionici. 

Sarà stato per miopia – o peggio – cecità delle classi politiche nazionali, regionali e locali che si sono susseguite nei decenni, sta di fatto che la Ionica viaggia a scartamento ridotto, isolata, scientemente abbandonata, con una linea ferroviaria in fase di aggiornamento da appena qualche anno – dai tempi di Vittorio Emanuele II –, ed una statale 106 derubricata nel tempo a mulattiera, su cui solo negli ultimi 30 anni hanno perso la vita oltre 200 perone. E tutto questo mentre il resto del mondo – dorsale tirrenica compresa – viaggia ad alta velocità e in autostrada. 

Le responsabilità – è bene sottolinearlo anche per i posteri – è dei governi regionali, con qualche grande scippo cosentino, come l’università e l’autostrada, previsti nell’allora “Pacchetto Colombo” – agli arbori degli anni ‘70 – nella piana di Sibari e lungo la Ionica, quando ancora era possibile stendere una lingua d’asfalto con grande facilità. 

Il cambio di paradigma

Per fortuna delle popolazioni ioniche, però, le direttive dell’Ue stanno cambiando il paradigma e mutando l’ancien régime con le reti transeuropee dei trasporti “imposte” da Bruxelles ai governi. 

Se non fosse, quindi, per il corridoio Berlino-Palermo e le necessità di protezione civile di individuare un’alternativa all’autostrada A2, la statale 106 Ionica – inserita nella rete dei trasporti transeuropea Ten-T solo nel 2022 – resterebbe quella che è.

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