Intelligenza Artificiale, il 2025 sarà l’anno della rivoluzione in campo medico
Le parole del cosentino Francesco Branda, ricercatore all'Università Campus Bio-Medico di Roma, alla rivista specializzata Fortune Healt
Intelligenza Artificiale e Medicina. Un binomio che al momento è guardato con grande fiducia e che nel 2024 ha segnato il proprio boom. E il 2025 sarà l’anno un po’ della rivoluzione, un po’ dello stabilizzarsi di queste nuove tecnologie in campo medico. È di questo parere anche il cosentino Francesco Branda, ricercatore dell’Università Campus Bio-Medico di Roma. Nato a Belvedere Marittimo, Branda ha spiegato alla rivista specializzata Fortune Health l’importanza che ha avuto l’AI in campo medico nel 2024. «un effetto trasformativo senza precedenti. Ha ridefinito il nostro approccio alla salute, alla medicina e alla ricerca scientifica. Ciò che una volta era considerato un settore sperimentale e di nicchia è diventato oggi uno strumento essenziale in diversi ambiti».
Diagnosi più precise grazie all’Intelligenza Artificiale
Nel corso del 2024, Francesco Branda ha pubblicato oltre 60 studi scientifici insieme a un team composto da Massimo Ciccozzi, Marta Giovanetti, Fabio Scarpa e Giancarlo Ceccarelli. «L’Intelligenza Artificiale – spiega ancora Branda – ha rivoluzionato le diagnosi mediche, offrendo strumenti capaci di analizzare grandi quantità di dati con un’accuratezza mai vista prima» Riduzione dei margini di errore, cure più mirate. Grazie all’IA, è stato possibile ottimizzare le diagnosi in ambiti come oncologia, dermatologia e radiologia, diminuendo gli interventi non necessari e migliorando i risultati clinici. E il 2025 si prospetta un anno decisivo.
Un supporto cruciale nelle emergenze sanitarie
Non solo il lavoro a lungo termine. L’Intelligenza Artificiale ha dimostrato di essere un valido alleato nelle situazioni critiche, come ictus o traumi cranici. «In questi casi la rapidità di analisi delle immagini – spiega Branda – ha permesso ai medici di prendere decisioni più rapide ed efficaci». Inoltre, l’IA ha ottimizzato l’uso delle risorse ospedaliere, fondamentale in un contesto segnato dalla carenza di personale sanitario. Figurarsi in anni in cui la mancanza di personale sanitario è uno degli argomenti all’ordine del giorno. L’IA si è dimostrata fondamentale anche nel monitoraggio delle emergenze sanitarie globali, aiutando a prevedere la diffusione di malattie e migliorare la gestione delle risorse.
Tecnologia e umanità: un equilibrio necessario
Nel corso dell’intervista, Branda sottolinea l’importanza di mantenere un equilibrio tra l’Intelligenza Artificiale e l’intervento umano. «L’IA deve servire a liberare i professionisti da compiti ripetitivi, consentendo loro di concentrarsi sull’interazione umana e sulle decisioni più complesse». Una mano anche alla ricerca, dunque: l’Intelligenza Artificiale come un alleato da usare in modo sicuro per migliorare la qualità globale della saluta. La rivoluzione è iniziata, ma il meglio deve ancora venire.