Tentata estorsione a Corigliano-Rossano: condanna confermata in Appello
Condanna definitiva per A.Z. accusato di tentata estorsione ai danni di Vincenzo Sapia. La vittima devolve il risarcimento in beneficenza
La Corte di Appello di Catanzaro ha confermato la condanna a 2 anni e 6 mesi di reclusione per A.Z., 55 anni, pregiudicato di Corigliano-Rossano, accusato di tentata estorsione ai danni dell’imprenditore Vincenzo Sapia. Il giudizio di secondo grado ha respinto l’appello proposto dall’imputato, ribadendo la severità della sentenza emessa in primo grado dal Tribunale di Castrovillari. La decisione è stata presa dalla seconda sezione della Corte di Appello, presieduta dal giudice Bravis, con i magistrati Grillone e Mastroianni a latere. Il collegio ha accolto le richieste del Procuratore Generale Salvatore Di Maio e del legale della parte civile Ettore Zagarese. La sentenza ha stabilito anche il risarcimento del danno in favore della vittima e il pagamento delle spese processuali da parte del condannato.
Le minacce con pistola nell’attività commerciale
L’episodio incriminato risale a una richiesta di denaro avanzata da A.Z., in concorso con un complice giudicato separatamente. Secondo le ricostruzioni, il pregiudicato si era introdotto nell’attività commerciale di Sapia, puntandogli una pistola contro e alzando il cane dell’arma nel tentativo di intimidirlo. La vittima, però, ha deciso di non cedere e ha denunciato i fatti alle autorità competenti, mettendo fine a una serie di richieste estorsive che avevano già interessato il suo gruppo imprenditoriale. La Corte di Appello ha giudicato corretta la decisione di primo grado, che non ha concesso alcun beneficio all’imputato. L’imprenditore Vincenzo Sapia ha confermato la scelta di devolvere in beneficenza il risarcimento stabilito dalla Corte, sottolineando l’importanza di un gesto simbolico per la comunità.