Caccia in Calabria: il WWF diffida la Regione per la riapertura illegittima ai tordi
WWF Calabria denuncia la Regione per la caccia ai tordi: ignorata una sentenza del Tar e a rischio il patrimonio naturale regionale
La Regione Calabria torna al centro delle polemiche per la gestione della caccia, mostrando ancora una volta un approccio controverso alla tutela della biodiversità. Nonostante la sentenza del Tar Calabria (01557/2024), che aveva imposto la chiusura anticipata della caccia a tre specie di tordi al 9 gennaio 2025, il Dipartimento Agricoltura ha comunicato il 10 gennaio la volontà di riaprire la caccia a queste specie, prolungandola fino al 30 gennaio, come previsto dal precedente calendario venatorio, annullato in parte dalla giustizia amministrativa.
Questa decisione ignora sia il pronunciamento del Tar, sia le successive ordinanze del Consiglio di Stato (4652/2024 e 4864/2024), che avevano respinto le richieste di sospensione cautelare presentate dalla Regione e dalle associazioni venatorie.
Il WWF Italia, insieme alla LIPU e all’ENPA, ha inviato una diffida formale alla Regione Calabria, evidenziando come l’iniziativa violi le normative nazionali ed europee, oltre a configurare un possibile danno erariale. Secondo le associazioni ambientaliste, la legge nazionale approvata a dicembre 2024 (che modifica l’art. 18 della legge 157/92) non può avere valore retroattivo e non può annullare un provvedimento giudiziario già emesso e vincolante.
Il rischio, avverte il WWF, è quello di alimentare confusione tra i cacciatori e gli organi di controllo, promuovendo comportamenti che potrebbero danneggiare ulteriormente il patrimonio faunistico regionale. A peggiorare il quadro, la Calabria è già sotto procedura di infrazione da parte della Commissione Europea per criticità nei suoi calendari venatori, in violazione della normativa comunitaria.
In contrasto, altre regioni come le Marche hanno rispettato i pronunciamenti dei tribunali, chiudendo anticipatamente la caccia ai tordi per evitare ulteriori sanzioni.
Solo una pronta correzione da parte della Regione Calabria potrebbe evitare ulteriori danni e consentire che il canto dei tordi torni a risuonare indisturbato tra gli uliveti. Le associazioni ambientaliste restano vigili e pronte ad agire per tutelare la biodiversità.
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