L’INTERVISTA | Il sindacato Usb di Cosenza lancia l’allarme per la gestione autoritaria della scuola
Il sindacato Usb di Cosenza lancia l’allarme sulla crescente centralizzazione del potere nelle scuole e sulle ripercussioni di una gestione autoritaria che penalizza docenti e personale Ata. Rivendicato un ruolo politico per la scuola.
Il sindacato Usb di Cosenza lancia l’allarme sulla gestione eccessivamente verticistica in un cui è precipitato il sistema scolastico e sull’accentramento dei poteri in capo ai dirigenti che potrebbe generare squilibri nelle attività di natura didattica. Occhi puntati sull’autoritarismo esercitato da alcuni presidi con ricadute negative, dicono gli esponenti sindacali, sulle condizioni di lavoro di docenti e personale Ata.
Di questo e di altro ha parlato negli studi di Cosenza Channel il segretario Usb Scuola Pino Assalone in una intervista focalizzata pure sulle conseguenze dei processi di accorpamento «che hanno determinato in alcune situazioni – ha affermato Assalone – scuole monstre, anche con oltre duemila alunni. Non è di queste esperienze che la Calabria ha bisogno in un contesto geografico in cui bisogna tenere conto sia dei processi di spopolamento delle aree interne, sia della carenza dei collegamenti e dei servizi di trasporto».
Sui rischi derivanti dalla gestione di tipo aziendalistico della scuola aggiunge: «Da un modello orizzontale, da qualche decennio la scuola è diventata più un modello verticistico con cui bisogna fare i conti. Oggi i dirigenti scolastici esercitano un potere che, se non ben gestito, possono condurre ad una gestione di tipo autoritaristico. Per controbilanciare questo pericolo abbiamo inaugurato uno sportello destinato ad accogliere tutte le eventuali lagnanze di docenti e personale Ata che dovessero ritenere di subire vessazioni o penalizzazioni. Noi che siamo un po’ la spia della situazione, abbiamo l’impressione tra i contrasti tra dirigenti scolastici autoritari e personale Ata generino in questi ultimi un senso di frustrazione. Non dobbiamo cedere ad una ideologia che porta a considerare in un rapporto subordinato dirigente e personale Ata».
Assalone infine, pone l’accento sul valore politico della scuola «che è sempre stato un luogo di battaglia, di discussioni. Il collegio dei docenti non può essere asettico, ma deve diventare un luogo di proposte, un luogo di scontro anche politico, perché la scuola ha vissuto di queste battaglie, sia sul piano sociale, sia sul piano economico, sia sul piano anche delle rivendicazioni sindacali. Rivendicare un ruolo politico non significa essere sostenitori di un partito piuttosto che di un altro, ma mettere al centro la democrazia all’interno della scuola».