Tallini a testa bassa contro Occhiuto: «Un ingrato, ha ereditato consensi senza fare nulla»
L’ex presidente del Consiglio manifesta il suo disappunto per le dichiarazioni attribuite al governatore nei suoi confronti. Inoltre, critica la gestione dell’assemblea, definendola autoritaria: «Si comporta come un dittatore con i consiglieri regionali»
C’è risentimento nelle parole di Domenico Tallini. E non solo per le presunte esternazioni sul suo conto da parte del presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, di recente divenute di dominio pubblico per mezzo di una nota in cui l’ex presidente del Consiglio regionale riferisce dinamiche interne alla maggioranza di governo, tra il vertice della Cittadella e i consiglieri regionali, nella conduzione della massima assemblea.
La gran cacciata dal partito
È anche acredine generata dalla gran cacciata dal partito, dopo l’inciampo giudiziario che gli è costato non solo lo scranno più alto di Palazzo Campanella ma ha anche sentenziato il capolinea della sua “carriera” politica. Assolto in tutti i gradi di giudizio dall’infamante accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e scambio elettorale politico mafioso ma mai riabilitato dal partito, Forza Italia, che lui si vanta di aver costruito. “Ispiratore” di «un nuovo modello organizzativo» che ha portato il partito azzurro in Calabria ad assurgere «alle più alte percentuali di consenso in Italia».
Un ostacolo al partito
Divenuto un «ostacolo», «sostituito» e, infine, «spinto fuori dal partito» con la regia del presidente della Regione Calabria, secondo quanto affermato da Domenico Tallini in una intervista rilasciata a LaC News24, «non estraneo a questa vicenda». Eppure l’ex presidente del Consiglio regionale a Roberto Occhiuto lo ha pure votato: «Purtroppo e ho contribuito a farlo votare» ammette confermando un radicale cambio di giudizio nei confronti del presidente della Regione e le sue «ingenerose» esternazioni.
L’eredità azzurra
Assurto a «fustigatore di grillina memoria» ma dalla «doppia morale», secondo Tallini, il presidente della Regione avrebbe ereditato «coalizioni, forze politiche e consensi, nati dal lavoro e dal sudore di tanta gente, militanti e quadri dirigenti come me», a conclusione della funestata legislatura che si ricorderà per l’arresto del presidente del Consiglio regionale e per la prematura scomparsa della presidente della Regione Calabria, Jole Santelli.
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