Traffico di droga a Cosenza, torna in libertà anche Giuseppe La Cava
Per il Riesame non è un associato del gruppo criminale immortalato in "Recovery", ma solo un fornitore esclusivo dei fratelli Meduri.
Non ci sono prove per considerare Giuseppe La Cava un membro del gruppo criminale immortalato dall’inchiesta “Recovery”, quello che sovrintendeva al traffico di droga a Cosenza. Il 42enne di Locri può essere considerato, al più, un fornitore esclusivo dei fratelli Meduri.
E’ con questa motivazione che i giudici del Riesame hanno accolto il ricorso presentato dall’avvocato Angelo Nicotera, annullando l’ordinanza di custodia cautelare emessa a maggio del 2024 nei confronti di La Cava che, a seguito del provvedimento, è tornato in libertà.
Il suo coinvolgimento nell’indagine scaturisce dalle dichiarazioni del pentito Silvio Gioia che attribuiva proprio a lui e a suo fratello Salvatore – i cosiddetti “cugini di Africo nuovo” – la provenienza dell’eroina che i Meduri spacciavano poi in città.
Le intercettazioni hanno dato poi smalto a questa tesi, documentando i rapporti illeciti tra le due famiglie. Non a caso, caduta l’ipotesi di reato associativo, restano comunque in piedi a carico di La Cava i singoli reati fine, ovvero le cessioni di stupefacenti. Secondo i giudici, però, le esigenze cautelari che lo riguardano in prima persona sono ormai scemate.