Inchiesta Lockdown, 61 imputati alla sbarra: chi farà l’abbreviato e chi l’ordinario | NOMI
L'indagine ha fatto emergere un traffico di droga capillare, con la disponibilità di ingenti quantità di cocaina, eroina, marijuana e hashish
Si è svolta questa mattina a Cosenza la prima udienza preliminare dell’inchiesta “Lockdown” nell’aula collegiale del tribunale di Cosenza. La seduta si è tenuta in presenza di numerosi imputati dietro le sbarre. La procura di Cosenza, nell’ultimo provvedimento notificato, aveva invocato il processo per i 61 imputati coinvolti nell’indagine contro un vasto gruppo di spacciatori operanti nell’area urbana cosentina e non solo. In realtà, il maxi procedimento penale “Lockdown”, è un filone investigativo “minore” del più noto procedimento “Recovery“. Nella giornata odierna, si è fatto ben poco. Costituzione delle parti e attesa per incardinare eventuali riti alternativi. Le scelte degli imputati verranno rese note nelle prossime udienze già calendarizzate.
Come nasce l’inchiesta Lockdown
L’inchiesta “Lockdown” ha fatto emergere un traffico di droga capillare, con la disponibilità di ingenti quantità di cocaina, eroina, marijuana e hashish. Gli indagati avrebbero gestito una fitta rete di spaccio non solo a Cosenza ma anche in altre città della provincia, coinvolgendo alcuni cittadini stranieri operanti stabilmente nella zona.
Le attività investigative avrebbero documentato oltre 400 episodi di cessione di droga e ascoltato circa 300 consumatori di sostanze stupefacenti, i cui racconti avrebbero rafforzato il quadro accusatorio. Tra i casi emblematici emersi spicca quello di una donna, finita agli arresti domiciliari, che si sarebbe occupata di procurare sostanze stupefacenti per il figlio, impossibilitato a muoversi perché sottoposto a una misura restrittiva per un’altra vicenda giudiziaria.
L’inchiesta Lockdown: armi, intimidazioni e violenza
Secondo le forze dell’ordine, l’inchiesta Lockdown ha rivelato che alcuni indagati, confidando sulla disponibilità di armi da fuoco, avrebbero messo in atto intimidazioni contro i propri clienti per costringerli a pagare le somme dovute per la droga ricevuta. Inoltre, sarebbero emersi due tentativi di omicidio, consumati in luoghi pubblici, riconducibili a dissidi personali. Gli episodi avrebbero coinvolto soggetti armati di coltelli e altre armi improvvisate, confermando il clima di violenza che ruotava attorno a queste attività illecite.
L’inchiesta Lockdown, i nomi degli imputati
- Luca Ritacco (difeso dall’avvocato Antonio Spataro)
- Luca Brogno (difeso d’ufficio dall’avvocato Eugenio Spadafora)
- Giuseppa Algieri (difeso dall’avvocato Guido Costantino)
- Khalil Nader (difeso dall’avvocato Marco Caraffa)
- Jerry Ikponmwoba (difeso dall’avvocato Eugenio Spadafora)
- Daniele Perri (difeso dall’avvocato Angela D’Elia)
- Francesco Cristiano (difeso dall’avvocato Eugenio Spadafora)
- Sandra Benemerito (difeso dall’avvocato Sergio Sangiovanni)
- Abderrahman El Ouafi (difeso dall’avvocato Salvatore Rauso)
- Nabil Saidani (difeso dall’avvocato Antonio Bove)
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- Nabil Salym (difeso dall’avvocato Riccado Maria Panno)
- Hicham Benkdiba (difeso dall’avvocato Vittoria Bossio)
- Pietro Alessio (difeso dall’avvocato Antonio Quintieri)
- Samir Costache (difeso dall’avvocato Eugenio Spadafora)
- Maurizio Altavilla (difeso dall’avvocato Giorgio Loccisano)
- Christian Francesco Ruffolo (difeso dall’avvocato Luca Acciardi)
- Idolo Iuele (difeso dall’avvocato Francesco Vetere)
- Mohamed Hassen Ben (difeso dagli avvocati Antonio e Domenico Bove)
- Alessandro Morrone (difeso dall’avvocato Giuseppe De Marco)
- Luca Retek (difeso dall’avvocato Antonio Spataro) (clicca su avanti per leggere i nomi degli imputati)