Scalea, a Paola condanne pesanti invocate dalla Dda di Catanzaro: la sentenza
Il tribunale collegiale ha sostanzialmente accolto la tesi accusatoria, punendo duramente due dei quattro imputati
Condanne pesanti per due dei quattro imputati coinvolti nell’inchiesta della Dda di Catanzaro contro presunti casi di estorsione e usura ai danni di alcune persone offese residenti nel Tirreno cosentino. Le indagini, condotte dai carabinieri della compagnia di Scalea sotto la guida del capitano Andrea D’Angelo, erano iniziate nel settembre 2021, concentrandosi su episodi di usura, estorsione ed esercizio abusivo dell’attività finanziaria. Gli imputati sono accusati di aver erogato prestiti a tassi d’interesse usurari, minacciando gravemente le vittime per ottenere il pagamento dei debiti, anche con riferimento alla cosca mafiosa di Cetraro.
Nel corso della requisitoria, la Dda di Catanzaro (rappresentata dal pubblico ministero Anna Chiara Reale) aveva invocato 16 anni di carcere per Tammaro Della Gatta, 14 anni per Vito Della Gatta e 6 anni per Posco e Iannuzzi. All’esito delle discussioni difensive, il presidente del collegio giudicante del tribunale di Paola, ha condannato Tammaro della Gatta a 14 anni di reclusione, Vito Della Gatta a 14 anni e 3 mesi di carcere, mentre pene miti per Posco e Iannuzzi (sei mesi con pena sospesa). Le difese preannunciano ricorso in appello.