martedì,Aprile 29 2025

Cosenza, la Fiera di San Giuseppe come simbolo identitario della città

Un evento che da secoli unisce storia, cultura e senso di appartenenza, trasformando la città in un crocevia di tradizione e modernità

Cosenza, la Fiera di San Giuseppe come simbolo identitario della città

La Fiera di San Giuseppe, che ogni anno anima le strade di Cosenza, non è solo un evento commerciale o una tradizione stagionale. È un pilastro della memoria collettiva, un simbolo identitario che intreccia storia, cultura popolare e senso di appartenenza per i cosentini. Con quasi 800 anni di storia alle spalle, questa kermesse fieristica, che si tiene tradizionalmente intorno al 19 marzo, giorno dedicato a San Giuseppe e alla Festa del Papà, rappresenta molto più di un semplice mercato, sebbene alcune recenti critiche mirino a ridimensionarlo. È un rito che si rinnova, un’occasione di incontro e un ponte tra passato e presente, capace di raccontare l’anima di una città e dei suoi abitanti.

Le origini storiche: un’eredità di Federico II

Le radici della Fiera di San Giuseppe affondano nel lontano 1234, quando l’imperatore Federico II di Svevia, noto come Stupor Mundi, decise di istituire una serie di fiere nel Regno di Sicilia per favorire gli scambi commerciali. Tra queste, la Fiera della Maddalena a Cosenza, che si teneva originariamente tra settembre e ottobre nei pressi del quartiere Rivocati e della chiesa omonima. Questo evento, nato con intenti economici, si trasformò presto in un momento di aggregazione sociale e culturale, attirando mercanti e visitatori da tutta la regione e oltre.

La svolta che portò al nome attuale avvenne nel 1564, dopo un’interruzione causata da eventi naturali come l’alluvione del Busento e il terremoto del 1544, che distrussero il ponte e la chiesa della Maddalena. Con la ricostruzione del ponte, inaugurato il 19 marzo, la fiera fu rilanciata e dedicata a San Giuseppe, assumendo una nuova collocazione temporale vicina all’equinozio di primavera. Questa coincidenza non è casuale: il 19 marzo, simbolo di rinascita stagionale, si lega alla figura di San Giuseppe, protettore dei lavoratori e delle famiglie, rafforzando il carattere popolare e spirituale dell’evento.

Fiera di San Giuseppe, l’evento che plasma l’identità di Cosenza

Oggi la Fiera di San Giuseppe si svolge lungo Viale Mancini, un percorso di circa sei chilometri che, per alcuni giorni, si trasforma in un vivace mosaico di bancarelle, colori, profumi e suoni. Non è solo un’occasione per acquistare prodotti artigianali, gastronomici o articoli di ogni genere, ma un vero e proprio rito che i cosentini attendono con entusiasmo e che segna il calendario cittadino. Il sindaco Franz Caruso ha più volte sottolineato come la fiera sia «un momento identitario per la nostra comunità», un evento che, nonostante i disagi logistici come la chiusura delle scuole o le modifiche alla viabilità, nessuno metterebbe mai in discussione.

Questa identità si manifesta nella capacità della fiera di unire generazioni diverse. I più anziani ricordano le edizioni del passato nel centro storico, quando tra le bancarelle si trovavano soprattutto prodotti agricoli, animali da allevamento e manufatti in terracotta, mentre i più giovani ne apprezzano l’evoluzione, con l’introduzione di street food, giostre e spettacoli musicali come il “San Giuseppe Rock” che da questa edizione tornerà a far parlare di sè. Eppure, nonostante i cambiamenti, la fiera conserva un’anima antica, un legame con le tradizioni che la rende unica.

La Fiera di San Giuseppe è un’espressione viva della cultura popolare cosentina. Tra gli stand si respira l’eredità di un popolo che ha sempre trovato nella convivialità e nello scambio un modo per affermare la propria identità. I dolci tipici, come le zeppole e i mostaccioli, non sono solo prelibatezze da gustare, ma simboli di una tradizione gastronomica tramandata di generazione in generazione. Le zeppole, in particolare, fritte o al forno e decorate con crema e amarene, sono il dolce per eccellenza della festa, un omaggio a San Giuseppe che si ritrova in ogni casa cosentina il 19 marzo.

Anche l’artigianato locale occupa un posto d’onore: i cesti in vimini, i vasi in terracotta e gli oggetti in legno raccontano una manualità che resiste al tempo, un sapere antico che si intreccia con la modernità degli articoli etnici o dei prodotti di design presenti oggi tra le bancarelle. La fiera diventa così uno spazio di dialogo tra culture, un luogo dove il locale incontra il globale, mantenendo però salde le sue radici.

La musica e gli spettacoli arricchiscono ulteriormente questo quadro. Negli ultimi anni, eventi come il ritorno del “San Giuseppe Rock” o le esibizioni di artisti di strada e gruppi folkloristici, come i Tamburelli di Donnici, hanno riportato l’attenzione sul centro storico, riallacciando la fiera ai suoi luoghi originari. Questi momenti di intrattenimento non sono solo un’attrazione, ma un modo per celebrare la vitalità di una comunità che trova nella festa un’occasione per esprimersi.

Memorie dei cittadini: un patrimonio immateriale

Per i cosentini, la Fiera di San Giuseppe è un serbatoio di ricordi personali e collettivi. Chi è cresciuto in città porta con sé immagini di passeggiate tra le bancarelle con i genitori, del profumo di fritture nell’aria, delle grida dei venditori che invitano a provare i loro prodotti. È un evento che segna il passaggio delle stagioni e della vita: i bambini di ieri, che correvano verso le giostre, sono oggi gli adulti che accompagnano i propri figli, perpetuando un ciclo di memorie che si rinnova ogni anno.

Questa dimensione affettiva emerge anche nelle storie di solidarietà legate alla fiera. Iniziative come “FieraInMensa”, da quest’anno “Cena in Fiera”m che dal 2002 accoglie venditori ambulanti migranti offrendo loro ospitalità e pasti caldi, dimostrano come l’evento sia anche un’occasione per aprire le porte della città agli altri. Famiglie cosentine che ospitano donne e bambini provenienti da lontano sono un esempio concreto di come la fiera non sia solo un mercato, ma un momento di condivisione e accoglienza, valori profondamente radicati nella cultura popolare locale.

La Fiera di San Giuseppe non è un evento statico: evolve con i tempi, adattandosi alle esigenze di una città in trasformazione. L’edizione 2025, in corso dal 15 al 19 marzo porta con sé novità come il ritorno del “San Giuseppe Rock” e l’espansione verso il centro storico, con aree dedicate all’artigianato locale e spettacoli nell’Arenella e a Piazza Spirito Santo. Questi cambiamenti rispondono alla volontà di attrarre un pubblico più ampio, senza però snaturare l’essenza della manifestazione.

La sfida per il futuro sarà mantenere vivo questo equilibrio tra tradizione e innovazione, preservando il carattere identitario della fiera in un mondo sempre più globalizzato. La rievocazione storica di Federico II, con cortei in costume e letture dell’editto del 1234, è un esempio di come Cosenza voglia celebrare le sue origini senza chiudersi al presente. Una tradizione che non smette di rinnovarsi.

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