martedì,Aprile 29 2025

L’intervento | Quando i tempi della giustizia diventano una tortura

La Corte di Cassazione annulla la sentenza d’Appello sul caso degli ex amministratori di Rende. Un nuovo capitolo di un processo che dura da oltre vent’anni, tra polemiche e attese interminabili

L’intervento | Quando i tempi della giustizia diventano una tortura

di Ernesto Funaro*

La notizia dell’annullamento da parte della Corte di Cassazione della sentenza emessa dalla Corte di Appello nel giudizio di secondo grado a carico dei quattro amministratori del Comune di Rende, on. Sandro Principe, Pietro Ruffolo, Giuseppe Gagliardi e Umberto Bernaudo per vicende risalenti agli anni 1999- 2011, lascia perplessi e disorientati sui tempi e sulle procedure con cui nel nostro Paese viene amministrata la Giustizia. Sul piano pratico il provvedimento della Cassazione censura per vizi di motivazione la sentenza della Corte di appello, richiedendo alla stessa Corte una necessaria integrazione dell’impianto motivazionale del provvedimento emanato.

Nel contempo lascia inalterata la sentenza di assoluzione di primo grado che rimane efficace ed intoccabile. In entrambi i gradi di giudizio le sentenze di assoluzione sono state con formula piena, restando acclarata l’inesistenza di fatti illeciti e/o penalmente perseguibili a carico dei quattro amministratori, di cui è ancora vivo il ricordo per la qualità e la lungimiranza dell’impegno profuso nell’interesse della Comunità, avendo essi contribuito con ruoli e responsabilità di primaria rilevanza a fare di Rende un modello vincente nella storia politica ed amministrativa della Calabria e dell’intero Paese. Fa specie leggere di ”Sistema Rende”, inteso come sinonimo di corruzione e malaffare: se ne respinge con forza l’uso, anche in relazione al significato allusivo che accompagna siffatta espressione.

L’onestà, la competenza, la capacità e la passione delle persone coinvolte è fuori di ogni ragionevole dubbio. Resta tuttavia l’amarezza per un ulteriore tempo supplementare che si configura come una autentica ed estenuante tortura per chi, come loro, è costretto ad attendere la parola fine di una partita giocata più di vent’anni fa, tenuta in vita dai tempi biblici e da riti oscuri della nostra Giustizia. La solidarietà di amici e conoscenti è un segno tangibile della stima di cui godono avendola maturata sul campo dell’impegno politico, sociale ed amministrativo reso prioritariamente per la crescita e lo sviluppo della propria città .

*già Sindaco di Campana e Amministratore Regionale

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