martedì,Aprile 29 2025

Nataliya Kutsenko: «Vivo a Cosenza, ma soffro per la mia martoriata Ucraina» | VIDEO

La presidente di S.A.L.O. parla del ruolo svolto dall'associazione a sostegno delle persone arrivate in città a causa della guerra e aggiunge: «Il popolo ucraino sogna soltanto di vivere in pace e sicurezza»

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Nataliya Kutsenko ha 42 anni: nel 2006, con in tasca una laurea in ingegneria, dopo aver lasciato l’Ucraina, ha iniziato una nuova vita a Cosenza dove vive con una parte della sua famiglia e lavora presso un istituto di formazione. «Mio padre, che è un insegnante di Fisica, è rimasto a Energodar, che è una città che si trova a 130 chilometri da Zaporizhzhia. Non appena i russi hanno preso il possesso della centrale nucleare, è stato costretto ad andare via».

Il cinque per cento della popolazione di Cosenza è composta di cittadini ucraini. Da qui, l’idea di creare un’associazione che potesse metterli insieme e rappresentare un punto di riferimento in caso di bisogno. S.A.L.O. – acronimo che sta per solidarietà, accoglienza, libertà e origini – il nome scelto.

Nataliya Kutsenko spiega: «L’associazione è nata nel febbraio del 2022. Ci ragionavamo da un po’ di tempo, ma lo scoppio della guerra ha accelerato il progetto. Dallo scoppio del conflitto, a Cosenza e Rende sono arrivate più di duemila persone in fuga dalla guerra. Grazie a S.A.L.O. abbiamo aiutato queste famiglie a trovare una sistemazione provvisoria, fornendo assistenza per la lingua e per i documenti necessari».

Nataliya, tornata a Energodar a far visita al padre, è ripartita per l’Italia il 21 febbraio 2022: appena tre giorni dopo, i carri armati russi sono entrati sul territorio ucraino. «Un nostro vicino di casa è stato ucciso, mentre mia nonna nel dicembre 2022 è morta in un ospedale dove ormai non c’erano più neanche medicine. Le abbiamo spedite da qui, ma sono arrivate troppo tardi».

A Nataliya resta il ricordo dell’amata nonna, che trascorse l’esistenza lavorando la terra. «Piantava mais e girasoli, adesso invece i campi sono pieni di mine. Di quello che un tempo tutti chiamavano “il granaio d’Europa” purtroppo non rimane più niente».

Morte e distruzione sono state la risposta di Mosca al desiderio dell’Ucraina di far parte della Nato e dell’Unione Europea. Nataliya spiega: «Dopo l’invasione della Georgia da parte della Federazione russa, il mio popolo ha avvertito più che mai il bisogno di vivere in tranquillità e sicurezza. La rivoluzione arancione è nata per questo. A tre anni dall’inizio della guerra, chiediamo per la nostra amata e martoriata Ucraina una pace che sia giusta e duratura».