mercoledì,Maggio 14 2025

Partito Democratico e il congresso anticipato in Calabria: rottura o continuità?

L’accusa di Controcorrente è chiara: «Il Pd cosentino ha smesso di essere un partito contendibile e partecipato, diventando una macchina decisionale chiusa e autoreferenziale»

Partito Democratico e il congresso anticipato in Calabria: rottura o continuità?

La decisione della Direzione nazionale del Partito Democratico di anticipare i congressi in Calabria ha suscitato sorpresa e interrogativi. Storicamente incline a rinviare le scadenze naturali delle cariche, il Pd ha invece optato per un’accelerazione del percorso congressuale, ufficialmente per evitare una sovrapposizione con le elezioni regionali. Tuttavia, secondo l’associazione Controcorrente, questa scelta nasconde motivazioni più profonde: da un lato, la volontà di gestire una situazione ormai insostenibile; dall’altro, la necessità di consolidare nuovi equilibri interni.

Il bilancio della gestione Pecoraro

Nonostante le valutazioni ufficiali parlino di un partito “vivo e vivace”, Controcorrente critica aspramente la gestione del segretario provinciale di Cosenza, Vittorio Pecoraro. In tre anni, denunciano, il partito ha convocato un’unica assemblea e due direzioni provinciali, trasformandosi in una struttura priva di discussione interna e gestita attraverso dinamiche di potere romane. Decisioni cruciali, come il sostegno al Sì nel referendum sulla città unica o la scelta delle candidature provinciali, sarebbero state assunte senza un reale confronto democratico, in barba a regolamenti e statuto.

L’accusa è chiara: il Pd cosentino ha smesso di essere un partito contendibile e partecipato, diventando una macchina decisionale chiusa e autoreferenziale. Un esempio emblematico? La gestione della Commissione provinciale di garanzia, composta da membri sfiduciati, dimessi o persino passati ad altri partiti, ma mai realmente messa in discussione.

Il nodo del tesseramento e il rischio di un congresso blindato

L’avvio della fase congressuale avviene senza che sia noto il numero effettivo degli iscritti del 2024. Un dettaglio non irrilevante, considerando che il tesseramento è tornato prevalentemente cartaceo, aumentando il rischio di opacità. La promessa di congressi “aperti” e in grado di coinvolgere le “energie migliori” suona quindi come un paradosso agli occhi della minoranza interna, che da anni chiede maggiore inclusività e trasparenza.

Controcorrente sottolinea come, nonostante il 27% ottenuto al congresso provinciale, sia stato impossibile far funzionare gli organismi previsti dallo statuto. Il percorso è stato ostacolato da pressioni locali e nazionali, fino ad arrivare a un vero e proprio “processo” per l’espulsione di iscritti vicini alla mozione alternativa. Il clima interno viene descritto come sempre più chiuso e ostile al dissenso: persino nelle chat del partito solo gli amministratori possono intervenire.

La mancata risposta di Schlein e il futuro del Pd calabrese

Durante la sua visita alla kermesse di Mormanno, la segretaria Elly Schlein è stata sollecitata dalla minoranza a garantire il rispetto delle regole interne. Ma, secondo Controcorrente, non è arrivata alcuna risposta, forse per una scelta strategica o per pressioni interne. Il dubbio ora è se il congresso anticipato rappresenterà un reale momento di svolta o se si limiterà a consolidare gli assetti esistenti.

La sensazione della minoranza è che il Pd in Calabria sia ormai ridotto a un “congressificio”, incapace di produrre una vera linea politica o di promuovere una partecipazione autentica. Le sconfitte elettorali – dalle regionali alle provinciali, fino ai referendum – non hanno mai portato a una reale assunzione di responsabilità. E mentre il partito si avvia verso questa nuova fase, il timore è che tutto resti esattamente com’è: una gestione chiusa, autoreferenziale e lontana dalle esigenze della base.

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