«Trattative progredite» e poi saltate: Cosenza Calcio, è tutto surreale
Il comunicato di lunedì scorso della società stride con quello del Gruppo Citrigno di venerdì sera. Due versioni contrastanti che fanno emergere le incongruenze di Guarascio.
«E si ritorna a parlar football. Siamo proprio inguaribili». Parole e musica di Giovanni Arpino, penna de La Stampa e inviato al fallimentare Mondiale di Germania ’74. Da quell’esperienza trasse il libro “Azzurro Tenebra”, da cui prendiamo in prestito la frase di apertura. Così come in quell’esperienza iridata, anche in città «si ritorna a parlar football». La trattativa per la cessione del Cosenza Calcio al Gruppo Citrigno è saltata. A dirlo, ovviamente, l’imprenditore acquirente.
Eppure il patron, dopo che una settimana fa il sindaco Caruso aveva tuonato contro di lui a “Buongiorno in Calabria”, aveva rilasciato un comunicato. «La Società ribadisce quanto affermato nell’incontro del 6 febbraio scorso, confermando l’esistenza di trattative in corso per la cessione del sodalizio», scriveva nella nota il Cosenza Calcio. «Trattative che nel frattempo sono progredite, nel rispetto della massima riservatezza come previsto dalle norme vigenti per le società di capitali e al riparo da inopportune intromissioni mediatiche».
Al netto dell’improprio termine “inopportune intromissioni mediatiche”, quasi a voler dichiarare che il lavoro della stampa sia “inopportuno”, la nota del Cosenza Calcio parlava di «trattative che sono progredite». Ci sarebbe da ragionare sul significato del verbo “progredire”, visto che la trattativa, dice il Gruppo Citrigno, «non ha avuto alcun riscontro concreto». Il che significa, ripulito dal comunicatese, che Eugenio Guarascio non ha mai risposto alle proposte. Due versioni opposte.
Cosenza Calcio, intanto va chiusa una stagione agonica
Nel frattempo scorre il calcio. «E si ritorna a parlar di football», nel senso di calcio giocato? Forse, a Cosenza, ancora no. Perché l’argomento Cosenza Calcio ormai è connesso tutto alle prossime mosse di Eugenio Guarascio. Che intanto alla squadra chiede la salvezza, quasi a voler segnare il proprio territorio. Nel frattempo, post comunicato, il sindaco Caruso aveva parlato di nuovo. Proprio dell’ultima nota proveniente da via degli Stadi.
«Ci si trincera – ha detto ai nostri microfoni il primo cittadino – dietro dei patti di riservatezza che non verrebbero violati comunicando alla città quale sia lo stato dell’arte. Guarascio ha l’obbligo di far sapere alla città come stanno le cose». Un obbligo che, però, il proprietario di Ecologia Oggi non sembra sentire. E non si può tornare «a parlar di football». Perché di calcio giocato, da qua a fine campionato, c’è poco da dire. Con una retrocessione annunciata e i Lupi ormai finiti in pasto a tutti.