Tutto confermato, altri 50 medici cubani in Calabria e a Cosenza: «Indispensabili»
L'associazione di Amicizia Italia-Cuba: «Sempre più viene apprezzato l’apporto del contingente di queste professionalità, che dunque presto supererà le 380 unità»
«In questa settimana arriveranno in Calabria altri 50 medici cubani, per sostenere l’assistenza sanitaria e il diritto alla salute, devastati da decenni di scarsa considerazione di chi doveva occuparsene. Sempre più viene apprezzato l’apporto del contingente di queste professionalità, che dunque presto supererà le 380 unità. Sia nelle ASP che nelle AO il lavoro di questi medici ha reso possibile la prosecuzione delle attività ordinarie, minacciata dalla carenza storica di personale». A confermare la nostra notizia di mercoledì 19 marzo è Pino Scarpelli, componente segreteria nazionale dell’Associazione di Amicizia Italia-Cuba.
«Le indubbie competenze professionali dei medici cubani, arricchite da importanti capacità umane, comunicative e relazionali e da una disponibilità e pazienza non comuni – prosegue Pino Scarpelli – sono state fondamentali per la disastrata sanità calabrese in questi ultimi due anni all’interno di tanti presidi territoriali e reparti. Persino gli strumentali e diffamatori attacchi di quella esigua minoranza di soggetti unicamente alla ricerca di visibilità o di perpetuazione del proprio potere di casta sono venuti meno, subissati dalla soddisfazione e dall’apprezzamento dei pazienti calabresi per la qualità del loro lavoro e dei tanti medici perbene italiani che, fianco a fianco dei colleghi caraibici, operano quotidianamente per garantire la salute dei calabresi, nonostante strutture non sempre adeguate e funzionali e un’organizzazione non sempre efficiente e ottimamente articolata».
«Questo spiega l’astio infinito di chi si sente padrone del mondo e attacca a testa bassa gli accordi di cooperazione medica internazionale dell’isola. Non a caso, il neo Segretario di Stato statunitense Marco Rubio sta prendendo di mira le missioni mediche cubane all’estero, compresa quella in Calabria. Evidentemente non piace alla superpotenza imperialista un modello di sanità basata sulla cooperazione e sui diritti piuttosto che sui privilegi e i profitti come accade negli Stati Uniti. Il principio di Fidel Castro “medici, non bombe” che ha come obiettivo la pace, la solidarietà internazionale e la cooperazione, è l’esatto opposto delle logiche di riarmo e guerra che stanno attraversando il pianeta e a cui abbiamo il dovere di opporci» ha concluso Scarpelli.