Processo “Bianco e Nero”, Piromallo: «Nessuna richiesta estorsiva all’imprenditore»
L'esponente della 'ndrangheta cosentina ha reso dichiarazioni spontanee negando di aver commesso il reato che gli contesta la Dda di Catanzaro
Nuova udienza del processo “Bianco e Nero“, uno dei principali procedimenti penali contro la ‘ndrangheta cosentina, in corso presso il Tribunale di Cosenza. L’attenzione era puntata sull’esame dell’ex collaboratore di giustizia Mattia Pulicanò, la cui testimonianza era attesa per chiarire alcuni passaggi centrali dell’inchiesta. Tuttavia, la sua assenza ha comportato il rinvio dell’interrogatorio a settembre.
In aula ha deposto un militare dell’Arma, attualmente in servizio presso il Comando Provinciale dei carabinieri di Cosenza, chiamato a rispondere alle domande relative alla posizione dell’imputato Iorio. Quest’ultimo è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa in relazione a un’estorsione che sarebbe stata perpetrata da Franco Bruzzese ai danni dell’imprenditore Fusinato.
Il teste ha elogiato il collega imputato, definendolo un valoroso carabiniere, con il quale ha condiviso diversi anni di attività operativa, sottolineando di non aver mai riscontrato comportamenti sospetti. Inoltre, ha aggiunto che non sarebbero emersi riscontri concreti riguardo a un’ipotetica tentata estorsione ai danni di un imprenditore.
Nel corso dell’udienza ha preso la parola anche l’imputato Mario “Renato” Piromallo, esponente della ‘ndrangheta cosentina, già condannato in primo grado nel procedimento “Reset”. Piromallo ha reso dichiarazioni spontanee, negando con fermezza ogni addebito mosso dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro.
La giornata si è conclusa con l’acquisizione delle dichiarazioni rese a sommarie informazioni da un parente del collaboratore di giustizia Silvio Gioia. Elementi che andranno ora valutati dal collegio giudicante, presieduto dal presidente Stefania Antico, nell’ambito di un processo che si preannuncia ancora lungo e complesso.
- Tags
- Cosenza