giovedì,Giugno 19 2025

Mio marito è in carcere e non posso incontrarlo, amarlo non può essere una “colpa”

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Immacolata Erra che lamenta il blocco dei colloqui con il detenuto Bruno Bartolomeo con cui ieri si è unita in matrimonio

Mio marito è in carcere e non posso incontrarlo, amarlo non può essere una “colpa”

Mi chiamo Immacolata Erra e l’anno scorso sono stata colpita da due ordinanze di misura cautelare per quanto riguardano i blitz di “Open gates” e “Recovery”. Per entrambi i provvedimenti all’inizio sono stata tradotta in carcere, poi per patologia sono riuscita ad ottenere gli arresti domiciliari. Mio marito Bruno Bartolomeo è stato colpito da tre ordinanze di cui due identiche alle mie. Ad oggi, 27 marzo 2025, nonostante le indagini sono state chiuse da mesi, non ci vengono sbloccati i colloqui.

Ieri mi hanno autorizzato per poter andare in carcere da mio marito, per poter effettuare il rito civile, con il sindaco che ci ha sposato e uniti civilmente in matrimonio. Nel diritto e nella procedura penale, la presunzione di non colpevolezza è il principio secondo cui un imputato è innocente fino a prova contraria. In particolare, l’art. 27, co. 2, della Costituzione afferma che «l’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva». Quindi perché non sbloccare questi colloqui e permettere a marito e moglie di vedersi?

I colloqui sono supervisionati da tante telecamere posizionate sulle mura, ci sono assistenti che supervisionano tutto; quale sarebbe il reato: Abbracciare mio marito e poter effettuare il colloquio visivo? Beh, questo è un mio diritto! Ogni volta che entri in un aula di un tribunale, la prima cosa che hai davanti e una grande scritta: “La legge e uguale per tutti”. Ad oggi, come tante altre persone, non la penso più così visto che io mi ritrovo ingiustamente carcerata.

Il mio avvocato Mario Scarpelli dimostrerà in via processuale la mia innocenza, ma nel frattempo mi negano quelli che sono i miei diritti. Mettetevi una mano sulla coscienza: non siamo dei criminali, non abbiamo mai ucciso nessuno, quindi quale sarebbe il pericolo? Se poi il mio reato è amare una persona che ha dei precedenti, allora signor giudice, mi dispiace, ma io continuerò a essere colpevole di amare una persona pregiudicat. Anzi, oggi dopo 10 anni di convivenza, ho sposato il reato che voi mi state facendo pagare tenendomi chiusa. Sì, siamo marito e moglie e ne sono orgogliosa. Quindi basta con queste cose disumane e dateci i nostri diritti.