mercoledì,Maggio 14 2025

Vincenzo Capomolla venerdì a Cosenza: «Impegno, efficienza e contrasto all’illegalità»

L'ormai ex procuratore aggiunto di Catanzaro dal 4 aprile s'insedierà ufficialmente alla guida della procura bruzia

Vincenzo Capomolla venerdì a Cosenza: «Impegno, efficienza e contrasto all’illegalità»

Dopo sedici anni e mezzo di servizio ininterrotto, il procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla lascia la Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro per assumere il prossimo 4 aprile l’incarico di procuratore capo della Repubblica di Cosenza. Un passaggio di consegne importante, celebrato con un momento di commiato nel chiostro dell’ufficio di procura, tra colleghi, operatori della giustizia e un’emozione palpabile.

Vincenzo Capomolla ha definito il lungo periodo trascorso a Catanzaro come una vera e propria stagione irripetibile, caratterizzata negli ultimi anni dalla collaborazione al fianco di Nicola Gratteri, allora procuratore capo. «Un’esperienza entusiasmante – ha detto – che ha permesso all’ufficio di strutturarsi con un’organizzazione efficace ed efficiente, raggiungendo risultati che non spetta a me giudicare, ma che sono stati sicuramente impattanti».

L’ingresso di Vincenzo Capomolla alla guida della procura cosentina avviene in un momento di particolare attenzione verso il territorio e il sistema giudiziario locale. Lo stesso magistrato ha sottolineato la centralità del nuovo incarico: «So di trovare a Cosenza colleghi che già stanno lavorando con grande assiduità. Da parte mia – ha assicurato – ci sarà il massimo impegno, so di trovare colleghi che già hanno lavorato e stanno lavorando con assiduità. Risponderemo alle istanze di giustizia in termini di impegno, di efficienza dell’attività e di efficacia dell’azione di contrasto all’illegalità».

L’ex aggiunto della Dda ha poi tracciato un quadro sulla attività svolte dall’ufficio di Procura: «Le indagini hanno riguardato le articolazioni di ‘ndrangheta che operano sul territorio. Le ‘ndrine, il nucleo più elementare, e anche le organizzazioni più complesse, i locali di ‘ndrangheta. Progressivamente estese anche alle proiezioni nazionali e internazionali (di ieri l’inchiesta sulle articolazioni del locale di Cirò Marina in Germania) e in particolare le proiezioni in termini di interessi patrimoniali, di accumulazione della ricchezza. Una ‘ndrangheta capace di organizzarsi sotto il profilo militare nei momenti di fibrillazione ma capace di intessere rapporti con il mondo professionale, imprenditoriale e istituzionale».

Quindi un ringraziamento ai procuratori di Catanzaro: «Grazie al loro lavoro e al loro impegno che è stato massimo siamo riusciti a conseguire quei risultati di contrasto di illegalità organizzata su più livelli. I colleghi di Catanzaro sono capaci, conoscono bene il territorio e continueranno a svolgere la loro attività nel modo migliore. I colleghi di Cosenza rappresentano il futuro per me. Cercherò di valorizzare tutte le esperienze positive e continuerò a lavorare con impegno massimo per affermare la legalità in concorso con tutti gli enti e istituzioni».

«Dopo questi sedici anni mi auguro per il territorio di Catanzaro e nel complesso del suo distretto – ha quindi concluso Vincenzo Capomolla – che abbia i benefici migliori dall’azione di contrasto dell’azione della Procura di Catanzaro, con cui chiaramente continueremo ad avere rapporti di collaborazione».

Vincenzo Capomolla a Cosenza, il saluto di Curcio

Ad aprire i saluti è stato il procuratore di Catanzaro, Salvatore Curcio che ha voluto evidenziare prima ancora che le «doti professionali e le capacità tecniche l’essere stato un punto di riferimento certo per tutti i colleghi dell’ufficio. La Procura di Catanzaro è fondamentalmente composta da giovanissimi magistrati che hanno visto in Vincenzo un punto di riferimento certo, un amico a cui confidare anche le proprie questioni personali. E allora salutarlo per me è complicato – ha aggiunto Curcio -, nel salutarlo voglio evidenziare le sue doti umane. L’avere concepito la propria professione in termini di umanità, l’avere sempre approcciato al fascicolo non come un numero ma con piena consapevolezza che dietro quel fascicolo c’erano delle vite, non solo degli indagati e delle persone offese, l’aver garantito un servizio pubblico essenziale, qual è la giustizia».

Ha proseguito il magistrato: «Vincenzo ha sempre avuto piena consapevolezza che più che l’esercizio di un potere, lui ha esercitato una pubblica funzione al servizio del popolo, per come previsto dalla nostra carta costituzionale. Però non posso fare a meno di ricordare anche Vincenzo sul campo. Mi ricordo negli 2009/2010 uno dei primi omicidi dell’ultima guerra di ‘ndrangheta dove ci ritrovammo tutti e due a ritrovare pallettoni in una cassetta di frutta. Me lo ricordo estremamente operativo e collaborativo con la polizia giudiziaria che non finiremo mai di ringraziare per il supporto, l’aiuto e la preziosa collaborazione. Quindi a Vincenzo voglio dare oggi solo un arrivederci – ha quindi concluso -, arrivederci sicuramente a presto altrimenti mi incateno al Consiglio superiore».

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