Calcio e scommesse, se il sistema prima invita al gioco e poi giudica ipocrita
Dalle pay-tv ai giornali nazionali fino alle stesse squadre di calcio, tutti girano attorno a un sistema che invoglia al gioco d'azzardo. Il che rende i litri d'inchiostro gettati su stampa assolutamente inutili
Una nuova ondata di scandali su calcio e scommesse. Da una parte e dall’altra, le inchieste che riguardano i calciatori affetti da ludopatia sono tornate alla ribalta. È successo con il secondo filone di due inchieste. Quello che nella prima tranche ha visto i nomi eccellenti di Tonali e Zaniolo e quello denominato Benevento Bis.
Eppure c’è qualcosa di malsano negli strali che si leggono sui quotidiani nazionali e nei commenti social. I soliti panegirici inutili di ottantenni che spiegano a ragazzi di cinquanta o sessant’anni più giovani come si sta al mondo, che i sacrifici valgono per tutti. Gli stessi ottantenni che, però, non si sono mai fatti scrupoli nell’accettare la possibilità di sponsorizzazione da parte delle agenzie di scommesse. Quelle agenzie di scommesse che hanno aggirato il decreto dignità, che impediva loro di sponsorizzare le società di calcio, con metodi talmente tanto semplici che hanno funzionato.
Calcio e scommesse, fra tv e giornali il problema è l’ipocrisia
“Siti d’informazione”, così vengono chiamati. Il nome del sito di scommesse seguito da un improbabile dominio, del tipo .news. Oppure metterlo direttamente nel nome del sito lasciando il dominio .it. E in effetti sono siti d’informazione. Checkmate. Ma non è questo, perché c’è anche il sistema di “comparazione quote”, formalmente non vietato, che permette ad alcune pay-tv su cui vengono trasmesse le gare di Serie A, B e C di sponsorizzare indirettamente le scommesse. C’è chi ha dedicato anche una trasmissione a questo format, riuscendo ad anticipare tutti e a tirar su un impero.
E poi influencer buttati avanti dalle società che giocano schedine perse al 99% ma che finiscono per condurre podcast e fare ospitate in trasmissioni nazionali al fianco di quegli stessi colleghi che poi massacrano i Tonali e i Fagioli. Con quale coraggio, sarebbe da chiedere.
I tre maggiori quotidiani sportivi hanno pagine di scommesse dedicate. Prima delle partite di Serie B, le pay-tv trasmettono improbabili spot di pronostici. Come si pretende, poi, che gli strali delle penne contro i calciatori affetti da ludopatia, malattia riconosciuta da OMS e SSN, siano credibili? La credibilità va conquistata. Il problema non sono i calciatori ludopatici in quanto calciatori, il problema è la ludopatia. E se le principali testate nazionali la incentivano, poi la credibilità di chi attacca i giocatori indagati dalla procura federale va a meno quindici. Un lusso che non ci si può più permettere.