L’INTERVISTA | Imbrogno: «La mia fotografia in un road book a stelle e strisce»
Lo scrittore: «Il volume è nato da un viaggio negli Usa. I testi invitano il lettore a interrogarsi su temi profondi legati all’esistenza e alle relazioni umane»
Il libro è un itinerario tra vite immaginate e reali, un vero e proprio road book dove finzione e realtà si fondono. Durante un viaggio negli Stati Uniti – da New York a Las Vegas, passando per il deserto del Nevada e le suggestive scogliere di Big Sur – Davide Imbrogno ha fotografato volti anonimi, trasformandoli con sensibilità poetica in protagonisti delle sue storie. Da ogni scatto è nata una narrazione: identità inventate che sembrano autentiche, oppure il contrario.
I testi, simili a brevi poesie in prosa, sono densi di significati nascosti e carichi di emozioni. Invitano il lettore a interrogarsi su temi profondi legati all’esistenza e alle relazioni umane. L’approccio sperimentale e l’indagine sensibile dell’autore mettono in luce la bellezza celata nei dettagli più piccoli e apparentemente insignificanti della quotidianità.
«Il libro è nato da un’esperienza che ho fatto negli Stati Uniti d’America, un viaggio di un mese negli Stati Uniti dove ho girato un po’ di posti. Sono partito con l’idea di fare delle foto, ho portato la mia macchina fotografica, poi girando per strada ho visto dei volti delle persone che mi hanno incuriosito, alla fine, in realtà, non ho fotografato né paesaggi né nient’altro, ho fotografato persone incontrate casualmente che ho fermato per strada e gli ho chiesto se gli potevo fare un ritratto fotografico, da lì sono nati questi ritratti».
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