Lavoratori ex Lsu-Lpu, pensioni da fame e anni senza contributi: la protesta arriva a Roma
Dopo 12 anni di lavoro precario nei Comuni, migliaia di ex Lsu-Lpu rischiano pensioni sotto i 700 euro: parte da Cosenza la mobilitazione per l’equità.
«C’è una categoria di dipendenti delle pubbliche amministrazioni destinata ad alimentare il già corposo bacino dei nuovi poveri. Si tratta degli ex Lsu ed Lpu impiegati al servizio degli enti locali per circa dodici anni in una condizione sostanziale di precariato e di lavoro nero.
Nel 2008 si è proceduto alla loro stabilizzazione, ma la maggioranza si è dovuta accontentare di contratti part-time. Per cui questo bacino composto da migliaia di persone, potrà aspirare a pensioni dall’importo misero, inferiore ai 700 euro. Una beffa per chi si è a lungo speso per il corretto funzionamento di organismi dello Stato». La denuncia arriva dagli ex sindacalisti cosentini Romolo Cozza, Gino Pettinato e Giovanni Conforti, coordinatori di un movimento costituito da ex lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità prossimi a maturare i requisiti per il collocamento a riposo.
Nelle prossime settimane, annunciano, «saremo a Roma, davanti a Palazzo Chigi, per un flash-mob attraverso il quale chiederemo al Governo il riconoscimento dei contributi previdenziali per gli anni di servizio antecedenti alla stabilizzazione affinché venga garantito a questo bacino di lavoratori, un trattamento pensionistico dignitoso. Si tratta di una battaglia di equità e di giustizia, per bilanciare il risparmio di risorse di cui i comuni per dodici anni hanno beneficiato, ottenendo comunque prestazioni professionali e di qualità». Il movimento poi mette in rilievo il recente provvedimento adottato dalla Regione Calabria, con cui sono state sottratte risorse agli Lsu per destinarle ai lavoratori Arpal. E sulla vicenda della mancata contribuzione ricorda «il disegno di legge parlamentare n° 539 del 3 febbraio 2023 ancora in attesa di essere incardinato in Commissione Lavoro. Sulla questione – chiosano Cozza, Pettinato e Conforti – il sottosegretario al lavoro Claudio Durigon, che pure è a conoscenza dell’importanza di questo provvedimento, non ha dato nessuna risposta».
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