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Sanità Calabria, appalti e concorsi truccati: 46 indagati (anche cosentini) | NOMI

Capitolati predisposti per agevolare alcuni imprenditori e candidati informati in anticipo sulle domande dei colloqui d’esame: la Procura chiude le indagini. Sotto inchiesta le gare delle ex aziende Mater Domini e Pugliese, oltre alla stazione appaltante della Regione

Sanità Calabria, appalti e concorsi truccati: 46 indagati (anche cosentini) | NOMI

Diventano 46 le persone coinvolte nell’inchiesta denominata “Sartoria“. La Procura di Catanzaro ha infatti concluso le indagini relative a presunte irregolarità nell’assegnazione di appalti pubblici nel settore sanitario.

L’attività investigativa, condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Catanzaro, ipotizza diversi reati, tra cui corruzione, concussione, turbativa nella libertà di scelta del contraente, turbativa d’asta, truffa aggravata ai danni dello Stato, falso ideologico, accesso abusivo a sistemi informatici ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.

In particolare, secondo la ricostruzione della Procura, alcuni dipendenti di aziende sanitarie e ospedaliere calabresi avrebbero favorito imprenditori titolari di società per la fornitura di materiali e servizi, redigendo capitolati e bandi pubblici “tagliati su misura” per orientare l’aggiudicazione degli iter di affidamento. Insomma, appalti pilotati e concorsi truccati per individuare società e personale già predeterminato.

Tutti gli indagati:

  • Gennarina Arabia, Catanzaro;
  • Antonio Nicola Arena, Catanzaro;
  • Antonio Armentano, Cosenza;
  • Francesco Bonacci, Catanzaro;
  • Bruno Bove, Caserta;
  • Pasquale Bove, Teano;
  • Angelo Bruno, Marano Marchesato;
  • Paolo Capobianco, Napoli;
  • Marco Caruso, Caserta;
  • Vittoria Celi, Catanzaro;
  • Francesco Cicone, Roma;
  • Nadia Corasaniti, San Sostene;
  • Anna Curcio, Catanzaro;
  • Roberta Facca, Cesate;
  • Pietro Gangemi, Catanzaro;
  • Andrea Giannini, San Sebastiano al Vesuvio;
  • Pasquale Granata, Cosenza;
  • Michelina Graziano, Cosenza;
  • Giuseppe Guastella, San Giovanni Gemini;
  • Domenico Laganà, Villa San Giovanni;
  • Renato Ledonne, Rende;
  • Daniela Giuseppina Maria Grazia Madesani, Settimo Milanese;
  • Gianluca Marino, San Floro;
  • Giuseppe Marrara, Reggio Calabria;
  • Fiorello Martire, Casali del Mano;
  • Vincenzo Militano, Palmi;
  • Pasquale Minchella, Catanzaro;
  • Maurizio Morelli, Catanzaro;
  • Ciro Oliverio, Montepaone;
  • Claudia Pileggi, Catanzaro;
  • Giovanna Postorino, Reggio Calabria;
  • Antonio Procopio, Catanzaro;
  • Rosario Punturiero, Catanzaro;
  • Francesco Antonio Putortì, Monza;
  • Cristina Rebaudengo, Asti;
  • Ida Ricci, Cosenza;
  • Raffaele Rufolo, Biassono;
  • Pasquale Santaguida, Catanzaro;
  • Rita Carlotta Santoro, Catanzaro;
  • Mariano Scalfari, Soveria Simeri;
  • Adolfo Siciliani, Crotone;
  • Giuliano Taddeo, Crispiano;
  • Carmine Talarico, Catanzaro;
  • Umberto Tancré, Catanzaro;
  • Paolo Urzino, Montepaone;
  • Maria Vinci, Catanzaro.

Sette le società finite sotto indagine:

  • Fiorad, Casali del Manco
  • Ge Medical Sytem Italia, Milano
  • Holyver Diagnostic, Catanzaro
  • Madicalray, Vitulazio
  • Philips, Milano
  • Siemens Healtcare, Milano
  • Teknos, Santa Maria Capua Vetere

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