Corigliano Rossano, affondo di Fratelli d’Italia su fusione e governo cittadino
Per gli esponenti della destra «i risultati ci sono, ma l’amministrazione comunale ha sprecato risorse e opportunità».
«I conservatori della nostalgia e l’amministrazione Stasi stanno fallendo nel governare una città che merita molto di più». È questo il messaggio che arriva con chiarezza da Fratelli d’Italia, che interviene con toni decisi sul tema della fusione, sottolineando i traguardi raggiunti nonostante l’immobilismo politico locale.
Per il coordinamento cittadino di FdI, le critiche alla città unica riflettono un atteggiamento retrogrado. «Chi continua a contestare la fusione – afferma la coordinatrice cittadina Dora Mauro – resta ancorato a una visione vecchia, incapace di vedere il cambiamento: senza alcun intervento esterno, oggi abbiamo un collegio parlamentare che porta il nome Corigliano-Rossano, sia alla Camera che al Senato».
Non solo visibilità istituzionale. Fratelli d’Italia snocciola anche i risultati amministrativi: la sede INPS trasformata da presidio zonale a filiale, il Commissariato promosso a Distretto di Polizia, i finanziamenti PINQuA e quelli ministeriali per opere pubbliche che stanno cambiando il volto di diversi quartieri. «Siamo oltre i 77.000 abitanti e questo ci colloca stabilmente nei circuiti dell’area vasta: ZES, distretti produttivi, sistema portuale. Abbiamo più peso e più voce».
Fondi persi e occasioni mancate
Ma non mancano le accuse. FdI punta il dito contro la giunta guidata da Flavio Stasi per l’incapacità di programmare e spendere. «La legge Delrio e la legge di bilancio 2018 prevedevano fino a due milioni di euro l’anno per dieci anni a favore dei Comuni fusi. Ma questi fondi sono rimasti senza una vera regia. Sarebbero potuti servire a realizzare la cittadella amministrativa a Insiti. E invece nulla. Nessun centro direzionale, nessun rafforzamento dei servizi», denuncia Mauro.
«In sei anni – aggiunge – l’amministrazione ha solo preso tempo, senza assumere decisioni strategiche. Si amministra la terza città della Calabria con piani chiari, non con l’improvvisazione. I fondi c’erano. Le condizioni anche. Ma si è scelto di non scegliere, di rinviare, di gestire il presente senza visione del futuro».
FdI parla di fusione come di un progetto già avviato e produttivo. «Ora va gestito con serietà. Serve guidarlo, non subirlo. Bisogna smetterla di rimpiangere un passato che non tornerà e iniziare a costruire davvero una città che può e deve contare di più».