Il silenzio dei non innocenti
Cessione o non cessione? In questo momento Guarascio non parla e rimangono desolazione e silenzio in una città che sembra tornata negli anni in cui nessuno sapeva quando giocassero i Lupi
La retrocessione del Cosenza Calcio non ha mai fatto così poco male. I rossoblù sono scesi in Serie C e venerdì sera hanno giocato in uno stadio completamente vuoto, fatta eccezione per un migliaio di spettatori. Troppo poco per la Serie B, ma tant’è. La gestione societaria Guarascio-Scalise ha portato un’intera città a disamorarsi dello sport più bello del mondo. Bastava vedere le strade completamente sgombre prima del match. «Ma perché, stasera gioca il Cosenza?». Questa la domanda più udita per le strade del capoluogo bruzio. Quanto di buono fatto da Braglia e dai suoi ragazzi nel 2018 è andato in frantumi.
Non era difficile immaginarlo e non serviva la retrocessione per attestare i problemi del Cosenza Calcio. Sono problemi noti e stranoti, come testimoniato anche dalla risposta di Massimiliano Alvini in conferenza stampa. Un tecnico con un anno ancora di contratto che parla già al passato, mentre il responsabile di questa disgraziata stagione non è ancora apparso davanti ai microfoni della stampa. Ma perché?
La retrocessione e il futuro nebuloso del Cosenza Calcio
Per il momento, non è dato conoscere le intenzioni del proprietario del sodalizio. Nemmeno un comunicato scarno dopo la retrocessione del Cosenza Calcio, come aveva fatto nel 2021 annunciando una programmazione che non è mai avvenuta. Facendo un rapido conteggio a retroso, non si capisce perché Guarascio abbia rifiutato non una, ma ben due offerte mosse dal Gruppo Citrigno. Un silenzio di tomba, interrotto solo da scarni comunicati nei quali veniva annunciato che «le trattative vanno avanti». Salvo venir smentito dai potenziali acquirenti.
In città, oltre al disinteresse, prevale il sentimento della rabbia. E per quanto sia un controsenso, si tratta comunque di un qualcosa di comprensibile. Se la retrocessione del Cosenza Calcio era stata assunta come un fatto ormai assodato, dall’altra parte non si può non individuare nella coppia Guarascio-Scalise la responsabilità principale di questa stagione terrificante. E anche chi parla di «complici», forse, pone il mirino su comprimari della tragedia messa in atto dalle parti del “Marulla”. Che vadano tutti sul banco degli imputati è naturale. Ma questa retrocessione ha due firme in calce. I nomi, primi e secondi, e i cognomi, sono quelli noti a tutti.