Giulio Ferroni ipnotizza gli studenti del Marconi Guarasci di Rogliano tra cultura e letteratura
I suoi saggi descrivono in modo affascinante i volti del mondo e del suo divenire, riuscendo a riassumere questi cambiamenti attraverso un lavoro incessante, che solo i grandi saggi riescono a realizzare
Le tre giornate ferroniane hanno coinvolto tanti studenti e tanti appassionati di letteratura. Il 5 maggio, presso l’Istituto IIS Marconi Guarasci di Rogliano, la dirigente scolastica Maria Saveria Veltri e la docente di storia e filosofia Eveline Belcastro hanno reso possibile il primo incontro in compagnia dell’eminente professore Giulio Ferroni, durante il quale è stato presentato il suo ultimo saggio “Natura vicina e lontana. Umanesimo e ambiente dagli antichi greci all’intelligenza artificiale”.
Gli incontri successivi con il professor Ferroni si sono poi tenuti presso la Libreria Mondadori BookStore di Piano Lago Mangone, nel pomeriggio, per poi procedere, il giorno successivo, presso l’Università della Calabria e, il 7 maggio, presso la Biblioteca Rodotà del Liceo Classico Telesio a Cosenza. Coinvolte diverse figure, istituzionali e non, le quali hanno arricchito con la loro presenza e i loro interventi queste giornate dedicate a lezioni di alta letteratura.
Il professor Giulio Ferroni, la cui fama lo precede, è un critico letterario, appassionato storico della letteratura, collaboratore di diverse testate, ha insegnato all’Università della Calabria, a Roma alla Sapienza e tenuto corsi ad Harvard e a Parigi. I suoi saggi descrivono in modo affascinante i volti del mondo e del suo divenire, riuscendo a riassumere questi cambiamenti attraverso un lavoro incessante, che solo i grandi saggi riescono a realizzare.
“Natura vicina e lontana. Umanesimo e ambiente dagli antichi greci all’intelligenza artificiale” è un saggio critico attraverso il quale il prof. Ferroni riflette sul rapporto dell’uomo con la natura, arrivando poi a discutere i problemi del presente. Un’analisi della condizione della cultura, del rapporto con il passato, arrivando ad una grande consapevolezza rispetto alla minaccia quasi assoluta a livello ambientale.
«Ci siamo inevitabilmente allontanati dalla natura; dobbiamo essere in un rapporto vivo con una natura che c’è e che ha condizionato e condiziona tutta la nostra civiltà. Lo sviluppo tecnologico, nel bene e nel male, ha prodotto una contraddizione ai fini della sostenibilità dell’ambiente: abbiamo prodotto una trasformazione che si rovescia contro di noi perché oggi tutti i problemi del mondo stanno dentro quello ambientale. Grandi sono i pericoli sull’equilibrio di vita del futuro. C’è un problema di sopravvivenza in questa trasformazione fisica, ambientale e climatica. Tutto questo genera in me un forte senso di angoscia, tanto da avvertire la necessità di scrivere questo libro» spiega il professor Ferroni.
Le domande si sono susseguite, incalzate da una curiosità incessante che ha annientato la cognizione del tempo alla piacevole e coinvolgente presenza del professor Ferroni. E’ continuato, poi, l’avvincente dialogo che Miriam Coccari, docente di materie letterarie, ha avuto con il Prof. Ferroni e il Prof. Alberico Guarnieri, critico letterario e docente presso l’Università Federiciana Popolare.
«Io ho avuto il privilegio di studiare con il prof. Ferroni agli inizi degli anni ’80, quando ero studente universitario. Grazie al suo entusiasmo intellettuale ho intrapreso un percorso che continua tutt’ora occupandomi di letteratura e critica letteraria. “Natura vicina e lontana. Umanesimo e ambiente dagli antichi greci all’intelligenza artificiale” è un testo enciclopedico, nel quale sono trattati oltre 25 secoli di civiltà occidentale, dagli antichi greci alla civiltà occidentale, con la quale tutti noi stiamo facendo i conti. Ma è anche un libro di denuncia, rivolto soprattutto alle nuove generazioni, ai cittadini del domani. Contrariamente a ciò che si può pensare, questo non è un libro accademico, ma un libro che aiuta a comprendere come sposare una causa civile» spiega il prof Guarnieri.
I dialoghi e gli incontri sono continuati nel pomeriggio presso la libreria Mondadori BookStore di Piano Lago Mangone, discutendo insieme sull’effetto del dominio del digitale e dell’intelligenza artificiale, evidenziando un pericolo fortissimo: la nostra subalternità al digitale che finisce per rallentare le capacità cognitive, diventando prigionieri di qualcosa che è stato elaborato da altri. Un problema che agisce sull’equilibrio del cervello, facendo perdere la coscienza critica, cioè la capacità di vedere il mondo con i propri occhi. Un momento di particolare gravità dove stanno insieme l’aspetto dell’uso distorto della tecnologia e il degrado dell’ambiente.
«Il mio libro nasce dalla coscienza, dalla percezione del fatto che la letteratura è legata ai posti, ai luoghi e allo spazio. La letteratura di tutti i tempi ci mette in rapporto con i luoghi. Con questo libro ho voluto rivendicare proprio questo: la coscienza della vicinanza e della distanza dalla natura, per vedere la bellezza di ciò che ci appare davanti, che non è di nostra proprietà, ma ci è stato dato in uso in modo che possa essere usato dalle nuove generazioni e che, quindi, deve essere custodito» continua a spiegare il professor Ferroni.
Oggi la necessità è quella di ridefinire l’essenza umana. Ridestare la curiosità rispetto a ciò che siamo: un luogo misterioso, una manifestazione dell’universo, perché attraverso di noi l’universo parla. Ognuno di noi è il mondo e la coscienza del mondo parla di sé e soffre di sé. L’essere umano è un fenomeno storico, noi non esistiamo fuori da una storicità essenziale: esseri mutevoli perché siamo storico-culturali. Noi capiamo noi stessi all’interno di una cultura storica.
Oggi si parla di un possibile oltrepassamento dell’umano, trans umanesimo, post umano, di esperienze che dovrebbero andare oltre l’umano. Il problema è che queste tendenze sono tipiche di un mondo e di una società che pensa poco e parla molto. Si parla di transumanesimo come se fosse chiaro chi è l’uomo e quindi si pensa possa essere altrettanto chiaro cosa voglia dire andare oltre l’uomo. Ma l’essere umano in realtà non è nulla di definito.
Guardiamo alla natura appunto: ci siamo voluti separare dalla natura, concepirla come qualcosa che non ha a che fare con noi e l’ambiente dal quale ci siamo voluti separare si sta rivoltando contro. L’io sta tracollando a causa dei suoi errori ed è penoso, ma forse è l’unico passaggio obbligato per approdare ad un’altra umanità più libera, non separata da niente e da nessuno. Emozionante anche l’ultimo incontro tenuto presso la Biblioteca Rodotà del Liceo Classico Telesio, durante il quale il professor Ferroni ha concluso le sue tre giornate con un ricordo che ha commosso tutti i presenti: «Esprimo il mio piacere e la mia commozione perché un anno fa, il 7 maggio del 2024, proprio qui abbiamo ricordato il mio allievo Nuccio Ordine, la sua cultura, la sua intelligenza, la sua vivacità e la sua grande forza comunicativa». (Alessandra Bruno)