lunedì,Giugno 23 2025

Rovito, protesta per il cambio d’orario del consiglio comunale: scoppia il caso

Nel piccolo comune di Rovito, in provincia di Cosenza, si è verificato un paradosso che ha messo in discussione il senso stesso di democrazia locale: la richiesta di spostare giorno e orario del consiglio comunale per agevolare la partecipazione dei cittadini ha portato non a un dialogo, ma a una multa per affissione abusiva dei

Rovito, protesta per il cambio d’orario del consiglio comunale: scoppia il caso

Nel piccolo comune di Rovito, in provincia di Cosenza, si è verificato un paradosso che ha messo in discussione il senso stesso di democrazia locale: la richiesta di spostare giorno e orario del consiglio comunale per agevolare la partecipazione dei cittadini ha portato non a un dialogo, ma a una multa per affissione abusiva dei manifesti di protesta, attaccati in una bacheca già piena di annunci istituzionali.

Quella che doveva essere una semplice proposta di buon senso, nata dall’esigenza di coinvolgere lavoratori, famiglie, studenti e anziani, si è trasformata in un vero e proprio caso amministrativo, sollevando dubbi sul rispetto dei principi democratici e sull’equità di trattamento.

La giunta comunale di Rovito, guidata dal sindaco e dai suoi assessori, ha rigettato la richiesta formulata da alcuni consiglieri di minoranza. L’obiettivo era spostare le sedute del consiglio da un orario serale, spesso scomodo per lavoratori e famiglie, a un momento più accessibile a tutti, inclusi studenti e anziani. L’amministrazione ha motivato il rifiuto con la necessità di garantire la continuità dei servizi comunali e il rispetto del regolamento, ma molti cittadini hanno visto dietro la decisione una volontà di limitare il confronto.

La risposta dei consiglieri di minoranza non si è fatta attendere: manifesti informativi sono comparsi nelle bacheche pubbliche, invitando la popolazione a riflettere sulle modalità con cui viene esercitato il potere locale. Una forma di protesta simbolica, ma di grande impatto, che ha messo in luce il disagio di chi chiede semplicemente di essere ascoltato.

La reazione dell’ente comunale, tuttavia, è stata decisa e rapida: una multa per affissione senza autorizzazione. Un provvedimento ufficiale che ha sorpreso non solo gli esponenti di minoranza, ma anche molti residenti, visto che i manifesti erano stati posizionati all’interno di una bacheca già colma di comunicazioni e annunci istituzionali. “O autorizziamo tutti o non autorizziamo nessuno”, si sono sentiti ripetere alcuni cittadini, convinti che il senso civico richieda equità di trattamento.

Luigi Falbo, consigliere di minoranza e capogruppo del gruppo Futura, ha commentato con toni duri e preoccupati:

“Ridicolo, ma soprattutto preoccupante. La multa per affissione abusiva che ci è stata recapitata dopo la nostra protesta sull’orario del Consiglio comunale è solo l’ultima dimostrazione di una cosa evidente: questa Amministrazione non tollera il dissenso. In un paese dove non si è mai vista una multa del genere, oggi improvvisamente si scopre il rigore amministrativo, guarda caso contro chi critica.”

Falbo ha sottolineato come l’episodio si inserisca in un quadro più ampio di riduzione degli spazi di partecipazione. “Non è un caso isolato: la pagina Facebook del Comune, un tempo luogo di dialogo tra cittadini e amministratori, è stata chiusa ai commenti da tempo. Chi solleva problemi viene trattato come un nemico e ogni osservazione diventa un attacco personale.”

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