martedì,Ottobre 15 2024

Piripicchio

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Quando giocavo a nascondino, da piccolo, c’era un piccolo escamotage per farla franca. Va detto che ero una frana, di solito uno dei primi a essere scoperti, e mi toccava attendere il miracoloso cento per tutti per salvarmi. A volte, invece, giocavo la carta del piripicchio. Il piripicchio era quella parola magica che indicava una presunta irregolarità nel gioco in

Da Lupi ad avvoltoi

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«Forse non è un caso che, al posto nostro, la promozione in Serie A tocchi a una società come il Chievo Verona. Una realtà che, economicamente, non sarebbe mai esistita senza i soldi delle pay tv e il calcio moderno». Cito a memoria, ma fu più o meno così che nella tarda primavera del 2001

Al comando del nulla

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Chiamiamola pure “palude”, perché questo è. Dal giorno della retrocessione del Cosenza sono ormai trascorsi quasi quaranta giorni. Si sono completati playoff e playout. Praticamente la griglia di partenza della prossima Serie C, salvo sorprese, è pronta. In cinquanta giorni, nel 1978, in Vaticano si succedettero addirittura tre papi (questo per dire quante cose si

Il pallone sgonfio

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Sono passati diciassette giorni e sono ancora qua. Eugenio Guarascio è ancora il presidente del Cosenza Calcio, Stefano Trinchera ne è ancora il direttore sportivo e Roberto Occhiuzzi l’allenatore. Intendiamoci: non credevo di avere i superpoteri, quando scrissi a caldo Ancora qua state? E tuttavia, nella mia ingenuità da asini che volano, non pensavo nemmeno di trovare tutti

Ancora qua siete?

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Al minuto 85, al telecronista di Dazn scappa una di quelle frasi fatte che non andrebbero mai dette: “Occhiuzzi guarda l’orologio: a questo punto è il tempo il vero nemico del Cosenza”. La verità è che l’intera gara giocata dai rossoblù a Lignano Sabbiadoro è la prova che, in tutta la stagione, il vero nemico

L’odio e la lenta agonia

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Non esiste allenatore al mondo, dopo aver perso 4-0 senza appello (e subito la bellezza di 12 reti nelle ultime sei gare), disponibile a dichiarare: «A tratti ho visto una buona squadra». Non c’è un solo uomo di sport sulla faccia della Terra che, analizzando la quarta sconfitta in sei partite, sarebbe pronto a sostenere:

Cinque sì e cinque no

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Quando tornai a lavorare a Firenze, dopo cinque anni a Genova, la Toscana era una specie di “regina” del calcio professionistico. Era il 2013 e il vecchio Granducato contava: Fiorentina e Siena in serie A; Livorno, Empoli e Grosseto in B; Carrarese, Viareggio, Pisa e Prato in Lega Pro. Ieri pomeriggio il pallone toscano ha

E adesso andate via

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Sabato, dopo il gol di Mazzitelli, ho spento (come molti) la televisione e sono andato a Empoli. L’occasione era un premio letterario, il Pozzale, e per raggiungere il Palazzo delle Esposizioni sono passato proprio davanti al Castellani. Lo stesso dove, un anno fa, un clamoroso 1-5 proiettò il Cosenza verso la salvezza. Un’impresa impossibile. E impossibile era

Una sola domanda

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È l’8 maggio e a Lignano Sabbiadoro è una bella giornata di sole. Il Cosenza incassa la quarta vittoria in cinque partite, risucchia il Pordenone al quintultimo posto, lo scavalca e, complice un clamoroso harakiri dell’Ascoli contro Cittadella e Chievo nelle ultime due partite, evita ancora una volta la retrocessione senza nemmeno passare per i

Una Pasquetta da “Branca day”

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Un anno fa, alla trentaduesima giornata, il Cosenza perse in casa con l’Ascoli una gara che odorava di “match point”. E il sottoscritto, vedendo i contorni della serie C farsi nitidi e opprimenti, si lasciò andare allo sconforto. Pochi giorni dopo, un’altra sconfitta con lo Spezia parve suonare le note del De profundis. E invece… Dopo