martedì,Febbraio 18 2025

Cinque sì e cinque no

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Quando tornai a lavorare a Firenze, dopo cinque anni a Genova, la Toscana era una specie di “regina” del calcio professionistico. Era il 2013 e il vecchio Granducato contava: Fiorentina e Siena in serie A; Livorno, Empoli e Grosseto in B; Carrarese, Viareggio, Pisa e Prato in Lega Pro. Ieri pomeriggio il pallone toscano ha

E adesso andate via

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Sabato, dopo il gol di Mazzitelli, ho spento (come molti) la televisione e sono andato a Empoli. L’occasione era un premio letterario, il Pozzale, e per raggiungere il Palazzo delle Esposizioni sono passato proprio davanti al Castellani. Lo stesso dove, un anno fa, un clamoroso 1-5 proiettò il Cosenza verso la salvezza. Un’impresa impossibile. E impossibile era

Una sola domanda

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È l’8 maggio e a Lignano Sabbiadoro è una bella giornata di sole. Il Cosenza incassa la quarta vittoria in cinque partite, risucchia il Pordenone al quintultimo posto, lo scavalca e, complice un clamoroso harakiri dell’Ascoli contro Cittadella e Chievo nelle ultime due partite, evita ancora una volta la retrocessione senza nemmeno passare per i

Una Pasquetta da “Branca day”

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Un anno fa, alla trentaduesima giornata, il Cosenza perse in casa con l’Ascoli una gara che odorava di “match point”. E il sottoscritto, vedendo i contorni della serie C farsi nitidi e opprimenti, si lasciò andare allo sconforto. Pochi giorni dopo, un’altra sconfitta con lo Spezia parve suonare le note del De profundis. E invece… Dopo

Se il Giglio diventa Valle Giulia

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“Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte coi poliziotti, io simpatizzavo coi poliziotti”. Di tutte le poesie di Pier Paolo Pasolini, questa è probabilmente la più citata. Racconta uno dei primi episodi del Sessantotto italiano, a Roma, alla Facoltà di Architettura. Se ne dimentica però il corollario, che l’intellettuale friulano esprime poche righe

Il buco nero (a un passo da noi)

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Ieri ho visto una squadra andare in vantaggio, subire una rimonta e poi, nei minuti finali, occupare l’area avversaria in cerca della vittoria. Purtroppo non era il Cosenza, ma l’Ascoli. Il 3-2 della squadra di Sottil a Pescara è forse il risultato che più mi preoccupa nella giornata trascorsa. Intanto perché io questa stessa voglia

Tra falchi e avvoltoi

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Il 26 maggio del 1991 il Cosenza giocava al San Vito. Era un campionato strano: zona promozione e retrocessione erano divise da appena quattro lunghezze. Una settimana prima, a Cremona, era arrivato l’undicesimo ko in trasferta e, fuori dalle mura amiche, i Lupi non avevano ancora mai vinto. In casa, però, erano imbattibili: otto vittorie,

La via di mezzo e la schiena dritta

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Un anno fa, alla ventiseiesima giornata, il Cosenza (terzultimo a 23 punti) aveva già sostituito un allenatore (Braglia) e, nel giro di due settimane, avrebbe preso atto dell’abbandono di Pillon, per affidare la “missione impossibile” a Roberto Occhiuzzi. Ma non è questo che mi interessa.  Al secondo posto c’era il Frosinone con 46 punti: gli

Costi e benefici (e una strada meno battuta)

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Mai come stavolta il nostro appuntamento settimanale necessita di alcuni punti fermi. Sia chiaro, non pretendo che voi li condividiate per forza. Ma facciamo così: io li esplicito e voi converrete con me che sono solo una premessa (dunque, non vale la pena commentarli). Il primo punto fermo è che i calci di rigore fischiati

Le nozze coi fichi secchi

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Confesso di averlo ignorato a lungo, ma pochi giorni fa ho fatto una scoperta a proposito del famoso detto “fare le nozze coi fichi secchi”. Pare che tragga origine dal matrimonio, nel 1896, tra Vittorio Emanuele III ed Elena di Montenegro. Il Mattino di Napoli, in un’epoca ancora molto poco politically correct, decise di titolare appunto sulle origini