domenica,Settembre 8 2024

Il secondo (secondo me)

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Ci sono due facce che riassumono la partita del Cosenza a Perugia. La prima è quella di Capone, dopo il palo colpito sull’1-0 con un tocco sotto sull’uscita provvidenziale di Perina (troppo incerto, invece, sui due gol subiti). Dragomir dopo l’espulsione per il faccia a faccia con Machach, nei minuti di recupero, è la seconda.

Niente paura, Piero

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Quella contro lo Spezia potrebbe essere l’ultima partita di Piero Braglia sulla panchina del Cosenza. Lo so, i rumors provenienti dalla società dopo la sconfitta di Ascoli vanno in tutt’altra direzione. Ma la verità è un’altra – o, almeno, questa è la mia sensazione. Venerdì sera l’allenatore che ha riportato i rossoblù in serie B

Denis on my mind

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Il primo pensiero, mentre comincio a scrivere, non va a Trapani ma a Roseto Capo Spulico. Trent’anni fa il mondo intero celebrava la caduta del Muro di Berlino; a Cosenza invece per la mia generazione (io avevo sette anni) il 18 novembre 1989 arrivava la perdita dell’innocenza. La morte di Donato Bergamini fu la scomparsa

Ho fatto un… Zogno

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C’era una volta un allenatore che veniva da Zogno. Riuscì a portare il Cosenza in B subito dopo la retrocessione del 1997. A tratti, il calcio migliore che si sia visto al San Vito. Eppure, anche nei momenti migliori, Giuliano Sonzogni continuava a ripetere: Noi siamo il Cosenza. Ma non lo diceva alzando il pugno al

Tombolato Fields Forever

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Alla fine del primo tempo di Cittadella-Cosenza, subito dopo il fischio dell’arbitro, mi sono lasciato cadere sul seggiolino alle mie spalle con aria rassegnata e ho cercato conforto alla mia sinistra. Li avevo visti dall’inizio della partita. Poco oltre me e un paio di amici, c’erano un padre e un bambino di 6 o 7

Comincia adesso

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Mancano due giorni alla mia prima trasferta 2019-20 e sono divorato dalla curiosità. Un mese fa circa, avevo indicato nelle partite tra la quarta e la settima giornata un filotto di gare nelle quali il Cosenza avrebbe dovuto inanellare almeno 5 punti per tirarsi fuori dalle secche. Era un auspicio eccessivamente ottimista. Ne sono arrivati

Ode a Pietro Perina

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Almeno tre volte, in vita mia, ho avuto bisogno che il Cosenza vincesse.Sarà capitato pure a voi, no? di trovarvi in una situazione personale talmente orribile da aspettare che, dietro l’angolo, sbuchi fuori Brandon Lee nei panni del Corvo per dirti che non può piovere per sempre. Per me, il Corvo è sempre stato il Cosenza.

Alla ricerca del “fattore C”

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«Riuscire a non perdere la testa, quando tutti intorno a te la perdono e ti mettono sotto accusa» è il primo comandamento del Se di Rudyard Kipling. Farlo dopo 3 sconfitte consecutive e con un solo gol all’attivo in quattro gare sarà la missione del Cosenza di Braglia. Quella con il Livorno sarà, forse, la partita

Padre Braglia e la ricerca della continuità

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Esistono risultati positivi che sono come condanne. Prendete la stagione 1996-97. Il Cosenza di Gianni De Biasi viene da una brutta sconfitta all’esordio col Castel di Sangro e ospita in casa il Bari – una corazzata (Volpi, Ingesson, Doll, Flachi, Guerrero solo per citare alcuni nomi, Di Vaio e Ventola tra le riserve) allenata da

La volpe, Stefano Trinchera, il centravanti e l’uva

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Questa scena di Fantozzi (https://www.youtube.com/watch?v=5ezIv-wQpvI) documenta bene il mio stato d’animo alle ore 22.01 del 2 settembre 2019. Cioè alla chiusura del calciomercato. Credo di aver provato una sensazione simile soltanto all’alba del 23 ottobre 1998 quando, neopromosso con Giuliano Sonzogni (altro vero signore della panchina rossoblù), il Cosenza lasciò partire Stefano Morrone per sostituirlo