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Rossano si trova di fronte a una sfida cruciale per il suo ospedale “Nicola Giannettasio”. La divisione di Pneumologia, che ha svolto un ruolo fondamentale durante la pandemia, rischia la chiusura a causa della carenza di personale. Mentre i familiari dei pazienti si uniscono per appellarsi al presidente Roberto Occhiuto, due donne, Francesca Lacanna e Silvana D’Errico, condividono le loro esperienze e lanciano un appello per salvare la divisione.
Francesca Lacanna, cittadina lucana, ha raccontato la struggente storia del suo papà, che è stato ricoverato d’urgenza a causa di uno scompenso cardiocircolatorio. Dopo un periodo di cure intense presso la terapia intensiva di Policoro, è stato consigliato di trasferire il padre all’ospedale di Rossano, dove ha ricevuto un trattamento eccezionale. Lacanna ha inviato una lettera al presidente della Regione Calabria, implorandolo di non chiudere il reparto di Pneumologia, sottolineando l’amore e la cura che il personale ha dimostrato verso il paziente e la sua famiglia.
Anche Silvana D’Errico ha condiviso la sua testimonianza sulla qualità delle cure ricevute dal coniuge presso l’ospedale di Rossano. Il marito di D’Errico è stato ricoverato in condizioni molto critiche e ha ricevuto cure innovative e attente, con un forte rapporto empatico tra medici, infermieri e paziente. Ora il marito di D’Errico sta mostrando dei miglioramenti significativi, grazie alle cure ricevute presso la divisione di Pneumologia.
Queste testimonianze reali mettono in luce l’importanza del reparto di Pneumologia dell’ospedale di Rossano e il ruolo vitale che svolge nella cura dei pazienti affetti da disturbi polmonari. Tuttavia, la carenza di personale minaccia seriamente l’operatività della divisione e la sua capacità di fornire cure di alta qualità.
L’appello dei familiari dei pazienti e dei cittadini di Rossano è rivolto al presidente Roberto Occhiuto affinché intervenga e impedisca la chiusura della divisione di Pneumologia. La chiusura della divisione di Pneumologia avrebbe conseguenze devastanti per la comunità locale. Non solo i pazienti sarebbero costretti a viaggiare per ricevere cure specializzate altrove, ma ci sarebbe anche un sovraccarico per le strutture sanitarie già sotto pressione nella regione.