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A mali estremi, estremi rimedi, una massima che sembra cadere a pennello per la sanità del nord-est calabrese. Non c’è personale? Semplice, si chiude. È un po’ quello che sta accadendo nello spoke di Corigliano Rossano, l’ospedale cittadino a “due teste”, coi i presìdi Giannettasio ed il Compagna.
Da mesi, anni, i due ospedali sono gravati da tagli incondizionati, soprattutto da quando l’ospedale della Sibaritide inizia a paventarsi semplicemente come ipotesi: prima o poi nella Piana ci sarà un grande ospedale? Ed allora è meglio chiudere o ridurre ai minimi termini gli esistenti. Più o meno questa è stata la linea guida adottata dalla Regione nei decenni scorsi, dopo aver deciso di sacrificare Cariati e Trebisacce sull’altare di un’insulsa spending revew e contestualmente abbattere radicalmente reparti e posti letto del Compagna e del Giannettasio, perché tanto, ci sarà il mega ospedale, prima o poi. Il risultato a distanza di anni? Personale ridotto più che all’osso e conseguente chiusura di tutto ciò che non può fisicamente sopravvivere, ovvero poggiarsi sul sacrificio dei sanitari resilienti.
I problemi continuano a riverberarsi periodicamente ed in queste ore è più che concreto lo spauracchio della chiusura del reparto di Pneumologia, con la Ginecologia-ostetricia e la farmacia in estremo affanno.
Il caso della Pneumologia del Giannettasio – con un ala Covid che resterà comunque in servizio – è emblematico: nasce nel periodo pandemico, raggiunge livelli altissimi con 40 posti letto a servizio di mezza Italia del sud e poi continua a erogare un pregevole servizio anche post pandemia, anche erogando servizi di Pneumologia riabilitativa per tutti quei pazienti che necessitano di ristabilire la funzionalità polmonare dopo lunghi periodi passati – ad esempio – in Rianimazione o stressati delle complicanze Covid.
Il problema è che il reparto è paradossalmente “fantasma”. C’è, è fisicamente reale, ma non è contemplato nelle carte, ovvero nell’atto aziendale di prossima pubblicazione, in attesa della revisione della rete ospedaliera da parte dalla Regione con il famigerato decreto 64.
Questo sta portando alla continua spoliazione delle risorse umane, 17 infermieri richiesti ovunque, in tempi di crisi come questo. Uno smantellamento in atto che coincide con un ordine di servizio: non accettare più ricoveri, dimettere tutti i pazienti che non siano affetti dal Covid e depredare – fuori traccia – il reparto del personale in servizio. Una situazione che sta mandando su tutte le furie anche il sindaco di Corigliano Rossano, Flavio Stasi.
Stasi: «L’Asp dia risposte o intraprenderò iniziative istituzionali»
Sull’argomento, in queste ore, è intervenuto il sindaco di Corigliano Rossano, Flavio Stasi.
«Qualche giorno fa sono dovuto intervenire per la presunta chiusura della Farmacia del plesso Compagna del nostro Spoke, ricevendo rassicurazioni da parte dei vertici dell’Azienda Sanitaria. Qualche mese prima è stato il turno del reparto di Ginecologia-Ostetrica a causa del pensionamento del dirigente – dichiara il sindaco – una situazione che ancora non mi risulta ben assestata e che richiede maggiore impegno. Ora apprendo della chiusura di fatto della Pneumologia, con lo spostamento continuo di risorse verso altri reparti. Direi che la misura è colma».
«Se per le difficoltà della Ginecologia c’erano quanto meno delle attenuanti in termini di organico e di circostanze, che comunque richiedono ancora delle misure correttive perché non mi risulta che il reparto stia funzionando a pieno regime – continua il primo cittadino – per quel che riguarda la Farmacia e la Pneumologia non c’è alcuna giustificazione che tenga, e mi aspetto dal direttore generale dell’Asp di Cosenza degli atti concreti che vadano nella direzione esattamente opposta, oppure come amministrazione sarò costretto ad intraprendere iniziative istituzionali che vorrei evitare».
«Peraltro i dirigenti dell’Asp sanno benissimo – conclude Flavio Stasi – che tanto l’Unità di Pneumologia quanto la distribuzione della Farmacia dovranno essere consolidate nel futuro atto aziendale, insieme alla emodinamica, come conditio sine qua non affinché il territorio accolga la nuova pianificazione, così come concordato con le precedenti amministrazioni commissariali dell’Azienda. Si tratta, dunque, di essere coerenti e concreti».