‘NDRANGHETA | Sequestrati beni e quote sociali per un milione a Francesco Patitucci [VIDEO]

Il procuratore capo Nicola Gratteri dispone un provvedimento che mira alla confisca a carico di un esponente di spicco di una cosca locale e di un consociato. La Finanza ha eseguito la misura di prevenzione

Insediatosi e subito al lavoro. Il procuratore capo della Dda di Catanzaro Nicola Gratteri ha disposto un sequestro pari a un milione di euro nei confronti di un esponente di spicco di una cosca locale e di un consociato. I finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Cosenza stanno eseguendo una misura di prevenzione che riguarda immobili, quote sociali, una società ed un’autovettura. Questa la nota della Guardia di Finanza: “A seguito di indagini patrimoniali – coordinate dal nuovo Procuratore Capo della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, dal Procuratore Aggiunto presso la D.D.A., dott. Giovanni Bombardieri, e dal Sostituto Procuratore presso la D.D.A., dott. Pierpaolo Bruni – la Guardia di Finanza di Cosenza ha sottoposto a sequestro un patrimonio di circa un milione di euro nei confronti di Patitucci Francesco, esponente di spicco del clan Ruà / Lanzino (Patitucci Francesco) e di un suo parente, De Cicco Giuseppe, intraneo alla stessa cosca.

In data odierna, infatti, i militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Cosenza hanno dato esecuzione ad una misura di prevenzione patrimoniale, emessa dal Tribunale di Cosenza – Sezione Misure di Prevenzione – su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro ai sensi del nuovo Codice Antimafia (D. Lgs. 159/2011).

Tale normativa prevede l’applicazione delle misure di prevenzione, anche patrimoniali a carico di soggetti ritenuti, sulla base di elementi di fatto, abitualmente dediti a traffici delittuosi, ovvero che per la loro condotta ed il tenore di vita debba ritenersi che vivano abitualmente, anche in parte, con i proventi di attività delittuosa.

Il reggente della cosca si trova attualmente detenuto presso la casa circondariale di Terni per violazione degli obblighi inerenti alla sorveglianza speciale e per violazione legge armi. Il predetto PATITUCCI è stato già condannato per il delitto di associazione mafiosa e reati connessi con sentenze di primo e secondo grado (divenuta irrevocabile nel 2015) nelle quali veniva condannato per appartenenza all’associazione mafiosa denominata “Lanzino/Rua” e riconosciuto quale “reggente” della consorteria, nonché per la commissione di reati di estorsione e di usura aggravati dall’art. 7 L. 203/91.

Sequestro di un milione di euro tra beni immobili, mobili e disponibilità finanziarie nei confronti del reggente della cosca Ruà – Lanzino e del suo parente, anch’egli associato.

Peraltro il capo clan era già stato condannato per la partecipazione all’associazione mafiosa denominata “Pino-Sena” con sentenza della Corte di Assise d’Appello di Catanzaro, divenuta irrevocabile nel 2000.

De Cicco Giuseppe, invece, è legato da stretti rapporti di natura familiare con il reggente del clan ed è indicato come intraneo alla cosca “Ruà-Lanzino”, prevalentemente con compiti riscossione dei proventi dell’usura praticata dal clan.

Gli accertamenti patrimoniali eseguiti nei loro confronti e dei prossimi congiunti hanno permesso di appurare, nel periodo 2002 / 2013, una netta sproporzione delle movimentazioni economico-finanziarie in uscita (ad esempio, acquisti di immobili) rispetto ai redditi dichiarati, inidonei persino a soddisfare le esigenze primarie di vita.

Nello specifico, l’esecuzione del succitato provvedimento ha portato al sequestro dei seguenti beni:
 nr. 4 fabbricati turistico-residenziali, siti in provincia di Cosenza;
nr. 01 società di capitale, con 10.000 quote sociali, con relativo complesso aziendale operante nel settore delle costruzioni di edifici; 
nr. 01 automezzo;  diversi rapporti bancari, per un valore complessivo stimato pari a un milione di euro“.

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