E’ un Cosenza naïf

– l’editoriale di Piero Bria –
La natura della squadra è chiara: nel calcio ha sempre ragione chi vince. Roselli gongola e lo fa cosciente che, ad oggi, ha ottenuto (forse) più di quello che realmente meritasse.

Più lo si critica…più produce! E’ la storia del Cosenza di Roselli. Una squadra poco spettacolare (per nulla) ma capace di vincere una Coppa Italia di Lega Pro e di navigare sempre in zona di classifica alte.

Inutile nascondersi. Il Cosenza non è bello ma è pratico. E’ un Cosenza naïf, talmente semplice nel suo gioco da “irritare” anche gli avversari (chiedere al tecnico del Fondi).

Roselli gongola e fa bene. E lo fa cosciente che, ad oggi, il Cosenza ha ottenuto (forse) più di quello che realmente meritasse.

Ma il calcio è questo: tutto tranne che una scienza esatta. E allora capita di perdere uomini importanti (Fiordilino, Arrigoni, Ciancio e compagnia) e rimpiazzarli con giocatori tutti da scoprire ma che hanno una grande qualità: l’abnegazione. Ossia uno spirito di sacrificio che consente al Cosenza di sopperire alle evidenti difficoltà che si incontrano per strada (per elencarle non basterebbe un editoriale).

E di questo, a Cesare ciò che è di Cesare, bisogna darne atto a Roselli. Il materiale che ha a disposizione viene sfruttato al massimo delle sue possibilità. E allora seppur cambiando l’ordine degli addendi il risultato per il Cosenza non cambia.

Certo, strada facendo ci sarà bisogno anche di altre qualità per restare lassù. Ecco perché, probabilmente, la prima necessità per il Cosenza sarà quella di andare sul mercato e cercare un centrocampista quantomeno per avere un numero adeguato di alternative in mezzo al campo.

Il tutto coscienti di non alterare un gruppo già collaudato. Perché la natura di questo Cosenza è chiara: nel calcio ha sempre ragione chi vince. Se poi si arriva all’obiettivo con armi “improprie”…beh, pazienza. L’importante è avere un’anima… anche se naïf!!!

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