«Con il Pollino More Experiences ho scoperto un’altra Calabria»

Riceviamo e pubblichiamo la testimonianza di Vincenzo Filice che si è immerso in un paesaggio naturalistico unico e vario dove sorge uno dei borghi più belli d’Italia: Civita.

«Civita, fra i borghi più belli d’Italia, sorge nel cuore del Parco nazionale del Pollino e della Riserva naturale Gole del Raganello ed è da qui che è iniziato il mio viaggio in questo meraviglioso territorio grazie al progetto Pollino More Experiences. Immersa in un paesaggio naturalistico unico e vario, Civita è una delle più antiche comunità arbëreshë d’Italia. Fondata nel 1471, la sua nascita avvenne per cessione delle rovine del precedente abitato da parte di Re Ferrante d’Aragona al Principe Albanese Giorgio Castriota, detto Scanderbeg. La donazione fu legata all’aiuto offerto da Scanderberg e i suoi uomini agli Aragona nella lotta contro i turchi. Testimonianza delle culture che hanno attraversato il borgo sono la struttura urbanistica fatta di viuzze e slarghi, e l’architettura religiosa. Civita può essere tranquillamente definita come un bellissimo contenitore che custodisce le antiche tradizioni del popolo arbëreshë. Tracce che si trovano lungo le vie del borgo osservato dalle maestose rocce che circondano il paese. Le case del centro storico sono costruite proprio in pietra e fonti storiche dimostrano che quelle costruite dai primi albanesi erano di paglia e venivano bruciate in primavera per non pagare il focatico. Nel corso del tempo, agli albanesi venne proibito di edificare in muratura e per questo iniziarono ad intrecciare rami secchi e impastarli con l’argilla all’uso macedone, queste erano chiamate “Kallazine”, e poi vennero edificate le prime case in pietra.

Qui ho potuto ammirare le splendide abitazioni arbëreshë che sono composte da due piani: il primo costituito da uno o più ambienti e ha l’accesso principale a diretto contatto con la strada a piano terra. L’ampiezza del piano corrisponde quasi sempre all’intera superficie della casa, generalmente coperto da un solaio ligneo sostenuto da muri perimetrali in pietra, questi vani prendono luce dalla porta d’accesso a piano terra o da piccole finestre poste nella parte più estrema dell’ambiente, dove si trovano i vani usati come magazzini o dispense.

L’abitato di Civita è composto da tre rioni principali: Sant’Antonio, Piazza e Magazzeno e anche questo mi ha affascinato. Il disegno urbanistico riflette consuetudini di vita che discendono dall’emigrazione prima e dalla colonizzazione poi e si esprimono in forme di solidarietà e costumanze di vita che hanno permesso a questo popolo dopo più di cinque secoli di dimora in Italia di conservare la propria identità, lingua, costumi, religiosità, ma soprattutto l’ambiente, l’aver ripopolato vecchi siti non ha impedito loro di trasformarli in quelle che erano le necessità del tempo. Civita è uno dei pochi paesi albanesi che ha mantenuto inalterata la sua struttura architettonica nel centro storico, la parte più antica del paese, il rione Sant’Antonio a monte del borgo presenta una struttura medioevale fatta di vicoli strettissimi la cui caratteristica peculiare è l’andamento circolare degli stessi che si affacciano nelle piazzette e li rendono scorci davvero unici, nella stagione primaverile ed estiva sono percorse da turisti in cerca di emozioni, profumi, suoni. I ritmi di vita si rifanno al modello del vicinato, Gjitonia in arbëreshë, e ha un significato socio-urbanistico e nello stesso tempo di solidarietà e spirito di appartenenza. Dal punto di vista architettonico, la Gjitonia è composta da un nucleo originario che solitamente è una casa signorile intorno alla quale sono stati sovrapposti nuclei minori che ne hanno modificato la struttura originaria. Una esperienza meravigliosa che consiglio di fare a tutti per vivere al meglio il Parco Nazionale del Pollino, nostro grande patrimonio». (Simone Filice)

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