L’imprenditore da 0-0

-l’editoriale di Piero Bria –
Sono quelli che vivono giorno per giorno cercando di tappare buchi qua e là. Nessun debito, nessun guadagno. Nessuna inventiva e tanta monotonia. Braccino corto e la fortuna che, in alcuni casi, ti accompagna. Sono quegli imprenditori che vivono di episodi e cercano, per quanto sia possibile, di far quadrare tutto, sempre e comunque.

Ci sono diversi tipi di imprenditori. Iniziamo parlando di colui il quale investe per guadagnare. Questa prima figura fiuta l’affare dove altri sentono odore di bruciato. E quell’imprenditore che, cosciente di un primo investimento, programma di raggiungere in un tot di anni il triplo o il quadruplo di utili. Ovviamente consapevole anche del rischio d’impresa (non sempre le cose vanno come si spera). L’imprenditore lungimirante sa che per ottenere il plus ha bisogno di avere una base forte ed organizzata. E questa base è data da infrastrutture degne (la base operativa), dipendenti adeguati al ruolo (professionisti in grado di rendere e far rendere la struttura creando nuove figure utili, in futuro, a garantire l’efficienza di un servizio o di un prodotto). Il tutto con lo scopo di guadagnare nel lungo periodo cifre idonee e superiori all’investimento effettuato.

Dall’imprenditore lungimirante a quello “esaltato”. Capace di investire l’inverosimile col rischio che, indietro, ritornino le briciole. Se ne sono visti tanti negli ultimi anni nel calcio. Si tratta di imprenditori tifosi o di imprenditori che vedono l’oro dove non crescono neanche le patate. Lì il problema è la troppa esuberanza. Il volere tutto e subito senza ottenere nulla, né oggi né domani. Questi imprenditori sono destinati al tracollo e al fallimento su tutti i fronti. Sportivo in primis.

Infine ci sono gli imprenditori da 0-0. Quelli che vivono giorno per giorno cercando di tappare buchi qua e là. Nessun debito, nessun guadagno. Nessuna inventiva e tanta monotonia. Braccino corto e la fortuna che, in alcuni casi, ti accompagna. Sono quegli imprenditori che vivono di episodi e cercano, per quanto sia possibile, di far quadrare tutto, sempre e comunque. Poi capita che la quadratura del cerchio sperata venga deviata da vicissitudini che, purtroppo, vanno messe in conto. Nel calcio giocato, del resto, non ci sono certezze. Puoi dominare e perdere, puoi vincere giocando male. Ma di sicuro, se investi e sei lungimirante puoi non essere succube dei risultati. Falso? Macché… chiedere al Carpi, chiedere al Chievo. Chiedere a quelle realtà che hanno investito in strutture e risorse. E non parliamo di realtà grandi e con storia.

A proposito di storia. Avere una storia, un blasone non equivale a chiedere la legittimità di giocare in una determinata categoria. Altrimenti Vercelli dovrebbe avere di diritto la serie A, lo stesso dicasi per il Casale. Hanno vinto lo scudetto, mica bruscolini.

Sembra proprio che alle nostre latitudini siamo destinati ad una realtà triste, fatta di imprenditori da 0-0 ed una certezza: non disputiamo un campionato di serie B dal 2003. O decidiamo di costruire ed avere basi solide o siamo destinati ad essere una realtà che vagabondeggia in Lega Pro.

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