Analisi tattica: Cosenza-Trapani è stata la partita (quasi) perfetta

di Gianluca Gagliardi*
Zero tiri in porta del Trapani e le tante occasioni create dai Lupi sono il risultato e la conferma della partita “importante” dei padroni di casa e della altrettanto scialba prova dei siciliani!

Dopo Cosenza-Casertana avevo sottolineato il bisogno di un Cosenza diverso non tanto dal punto di vista tattico, ma sotto l’aspetto emotivo e agonistico. Avevo aggiunto altresì che Braglia sapeva sicuramente il modo per sopperire ad eventuali gap tecnici evidenziati non tanto sul campo negli scontri diretti, ma dal numero dei punti che hanno diviso le compagini alla fine del campionato.Bene: intensità, spirito di squadra, ritmi elevati, cattiveria agonistica e tanta voglia di vincere hanno esaltato l’ottimo lavoro dal punto di vista tattico fatto dall’allenatore toscano. Usando un eufemismo e un po’ di ironia, è sembrato che i giocatori del Cosenza erano con il motorino in campo e quelli del Trapani passeggiavano.

5-3-2 per Braglia che sopperisce all’assenza di Perez preferendo la rapidità di Okereke alla fisicità di Baclet (prima scelta azzeccata). Così come hanno dato esito positivo le prove di Camigliano (sempre disponibile al gioco e attento sull’uomo) e Mungo (al di là del gol sbagliato) in luogo di Pascali e Calamai.Squadra propositiva sin dal 1’ minuto con i difensori (Idda e Camigliano) propensi (finalmente!) ad aprirsi e far gioco o portare palla per creare superiorità contro i due attaccanti ospiti. Interni (Mungo e Bruccini) abili ad alzarsi l’uno (quello in direzione del centrale che portava palla) e aprirsi l’altro (l’opposto) con il chiaro intendo di creare superiorità tra le linee o sugli esterni dove l’avversario si è dimostrato debole e impreparato. Due punte (Tutino e Okereke) sempre in movimento al fine di non dare punti di riferimento ai statuari difensori siciliani, i quali sono apparsi spaesati e quasi sempre presi in velocità dai motivati “giovani” rossoblù.

Trapani con un 5-3-2 che ha nella sosta l’unico motivo, ma non giustificazione, di una prova mai degna dal punto di vista della velocità e ritmo di una partita di calcio piuttosto di una amichevole.Sarà anche la fisicità di cui è composta in gran parte l’undici siciliano, sarà la presenza di tre nati nel ‘96 a costituire la cerniera di centrocampo, sarà anche un pizzico di presunzione del proprio allenatore nel voler schierare un esterno offensivo come quinto di centrocampo (Marras a destra) sul quale il suo vecchio mister (ad Alessandria l’anno scorso) ha preparato e avuto le sue migliori occasioni nel primo tempo con d’Orazio, Tutino e Mungo!  Sarà che si è visto un Cosenza quasi perfetto tanto da scaturire un entusiasmo crescente durante i 90 minuti, frutto di una carica agonistica degna di una partita playoff e di un pubblico non numeroso ma rumoroso e bello (dal punto di vista coreografico) come sempre!

Bastoni a sinistra in coppia con il buon (ma non ieri) Palumbo hanno sofferto in particolar modo gli affondi di Corsi, gli inserimenti di Bruccini e l’uno contro uno di Tutino bravo ad aprirsi e puntare l’avversario. Con la catena di destra (Idda-Corsi-Bruccini) e l’aggiunta del giovane napoletano, il Cosenza sfondava e arrivava al cross mentre dalla sinistra arrivava alla conclusione con il duo Mungo-D’Orazio i quali non trovavano ostacoli né nel giovane e disattento Steffè e né soprattutto nel esterno opposto (appunto Marras) poco abile a marcare o attento a una diagonale o capace di leggere un inserimento dell’avversario.

I numerevoli falli commessi dai giocatori del Trapani evidenziano non tanto la cattiveria agonistica (non proprio nelle corde dei siciliani almeno a centrocampo), ma del ritardo con cui arrivavano sull’avversario di turno. Corapi in particolar modo (arbitro troppo tenero nei suoi confronti) oltre ad essere costantemente attaccato dal buon Palmiero e raddoppiato in mezzo al campo, è stato l’unico a dare nerbo ad una squadra senza idee e senza iniziativa.

Calori avrebbe potuto e dovuto intervenire non solo dal punto di vista dei singoli, ma anche tatticamente per tentare di alleggerire la pressione dei lupi di casa che per 45’ hanno sovrastato in tutto e per tutto la sua squadra. Un più logico e appropriato 4/3/3 sarebbe stato a mio avviso più adeguato in virtù delle caratteristiche e dello stato psicofisico dei giocatori a sua disposizione. È solo un caso che il Cosenza abbia raccolto tutto ciò che di buono aveva costruito nei primi 45’ all’inizio del secondo tempo e solo per imprecisione. Sono stati la sfortuna e un ottimo Furlan a far sì che il bottino non fosse ben più pingue.

Il gol nel finale premia oltremodo i siciliani e mortifica la prova dei lupi ma deve far emergere e consolidare nella testa dei giocatori rossoblù in primis che niente è scontato e soprattutto la consapevolezza della propria forza. Zero tiri in porta del Trapani e le tante occasioni create dai Lupi sono il risultato e la conferma della partita “importante” dei padroni di casa e della altrettanto scialba prova dei siciliani!
*Gianluca Gagliardi, ex allenatore di Cosenza e Triestina

 

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