Il Cosenza si fa male (quasi) da solo. Uno sfortunato rimbalzo sul piede di appoggio di Dermaku (con Iemmello in fuorigioco) permette al Foggia di trionfare in casa dopo mesi di profondo digiuno. Una delle poche azioni protratte dalle parti di Perina è stata fatale, in una gara dove la retroguardia pugliese ha saputo gestire i tentativi di progressione offensiva degli ospiti. Una sconfitta che non rovina la posizione in classifica per i Lupi. Comunque andranno i risultati della prossima giornata, i rossoblù manterranno l’undicesima posizione con 33 punti, + 7 sul Foggia e + 10 sul Crotone (zona retrocessione diretta), distanza che può essere accorciata in caso di vittoria dei pitagorici o del Carpi.
Piero Braglia smentisce tutti. 3-5-2 e non 4-3-3. Sciaudone si accomoda in panchina, Garritano torna tra gli undici titolari (Baez largo a destra a centrocampo). In attacco viene rispolverata la coppia Tutino-Maniero e in difesa il trio d’inizio campionato Capela-Dermaku-Legittimo. Padalino si affida a Galano-Chiaretti come supporto alla punta Iemmello.
Il Foggia ha un tridente mascherato. Sulla carta Galano e Chiaretti agiscono sulla trequarti, ma sono lesti ad allargarsi per fronteggiare, quasi uomo ad uomo, i dirimpettai rossoblù. Tuttavia, la notte si preannuncia difficile per le difese. Almeno nella prima mezz’ora. I tagli degli ospiti superano il filtro difensivo dei satanelli e Leali è costretto a sopperire ai buchi dei compagni. All’11’, però, ringrazia qualche forza mistica che fa cadere Mungo nel momento del tiro (palla altissima davanti alla porta vuota). Due minuti prima è Iemmello a scaldare Perina. A mollare per prima è la retroguardia cosentina. Al 21’ su un cross da punizione di Kragl, Dermaku, tentando di deviare il pallone accarezzato da Iemmello, infila la propria porta con il piede d’appoggio.
Braglia vede che il Foggia riesce a penetrare su tutta la linea e chiama alla riscossa i Lupi, schiacciati nella propria metà campo. Questo impedisce al centrocampo e ai difensori di applicare idee di gioco chieste dal tecnico. Il che è un bel guaio, vista la scarsa aderenza del reggimento difensivo pugliese. Al 25’ Kragl va al tiro da fuori, ma il rasoterra è facile preda di Perina. Dopo mezz’ora di gioco, il Foggia corre di meno e ciò comporta l’uscita dal bosco del Cosenza. In campo aperto si lavora molto meglio. Maniero diventa il “servitore” di Tutino, al 35’, con un traversone (pallone che supera le linee foggiane) capitalizzato in angolo dal napoletano.
Nessuna delle due squadre si impone sull’altra. Sul campo vige un equilibrismo variabile, ma costante. Nella ripresa, il “centrodestra” rossoblù fornisce le principali iniziative. Mungo, in sovrapposizione con Baez, cerca il superamento degli interdittori rossoneri (molto ordinati) alla ricerca della testa di Maniero prima e Litteri poi e degli incursori di centrocampo qual Garritano, che si insinuano in area avversaria.
Il primo mezzo sussulto arriva al 17’: scambio Mungo-Baez e cross sul secondo palo per Garritano che manda a lato. Braglia mette più intensità. Oltre a Litteri, entrano Sciaudone e Bruccini (per Garritano e Mungo). Dalla parte opposta, Padalino fa entrare l’ex di turno Fabio Mazzeo. Le dinamiche non cambiano. Il pallino lo detiene continuamente il Cosenza, il Foggia, nonostante il flash finale di Iemmello, spalleggiato continuamente dai cavalieri Tutino e Baez, è vistosamente a corto di energie. Ma alla fine porta i tre punti a casa. (Giulio Cava)