L’Italia riscopre i reparti di Malattie Infettive. Sono unità operative che necessitano di dotazioni particolari, proprio per la complessità delle patologie. Il nostro obiettivo, prima di tirare le dovute conclusioni, è quello di spiegare cosa serve per creare un reparto di Malattie Infettive. Questo dato ci viene fornito dal Dipartimento “Tutela della Salute Pubblica e Politiche sanitarie” della Regione Calabria.
Nel testo si legge che «Le U.O. di Malattie Infettive erogano prestazioni diagnostiche e terapeutiche complesse a pazienti con patologie infettive, diffusive e non, a carico di vari organi ed apparati. La specialità si avvale della collaborazione di discipline mediche e chirurgiche e si caratterizza per la specifica competenza nella diagnosi e nella terapia di patologie ad eziologia microbica».
«Nell’ambito dell’U.O. di Malattie Infettive – scrive il Dipartimento “Tutela della Salute Pubblica e Politiche sanitarie – si presta particolare attenzione alle modalità di diffusione di malattie che possono interessare ogni organo od apparato; garantendo il corretto isolamento dei Pazienti, ove necessario, e collaborando alla definizione/gestione di programmi aziendali per il controllo delle infezioni ospedaliere e di politica per il corretto utilizzo ospedaliero degli antibiotici. E’ di pertinenza della specialità la gestione dell’emergenza-urgenza infettivologica, la presa in carico del paziente con patologia infettiva cronica, la gestione dell’ospedalizzazione a domicilio».
Oltre ai requisiti generali e specifici previsti dalla normativa vigente, devono essere previsti i seguenti requisiti.
A) REQUISITI STRUTTURALI E TECNOLOCICI
B) REQUISITI ORGANIZZATIVI PER U.O. AUTONOMA
C) REQUISITI ORGANIZZATIVI
Si collocano in ambiente ospedaliero o extraospedaliero. Oltre ai requisiti generali e specifici previsti dalla normativa vigente, devono essere previsti i seguenti requisiti.
A) REQUISITI STRUTTURALI
B) REQUISITI TECNOLOGICI
C) REQUISITI ORGANIZZATIVI
Infermieri: le competenze che devono caratterizzare un infermiere che lavori in un’U.O. di Malattie Infettive e che devono essere acquisite e mantenute attraverso l’ECM, sono:
Finora abbiamo illustrato nel dettaglio tutto ciò che serve per aprire e far funzionare nel migliore dei modi un reparto di “Malattie Infettive”. L’unico presidio ospedaliero che possiede questi requisiti è l’Annunziata di Cosenza, dove il reparto di Malattie Infettive si trova in una palazzina distante dalla storica struttura ospedaliera. Sia Malattie Infettive ed Ematologia (in attesa del trasferimento totale ad altra struttura, come ordinato dal sindaco di Cosenza Mario Occhiuto), hanno tutto ciò che è necessario.
La stanza a pressione negativa è fondamentale per curare bene i pazienti infetti. In parole povere, parliamo del ricircolo dell’aria. Nei filtri finisce il virus e dall’esterno viene mandata aria pulita. Perché è importante avere questa stanza? Per evitare che il personale sanitario rischi di contrarre l’infezione. In mancanza di questo, neanche una mascherina Ffp2 o Ffp3 garantisce al 100% i medici e gli infermieri.
All’ospedale hub di Cosenza i reparti dotati delle stanze a pressione negativa sono: UTIC (Unità di Terapia Intensiva Cardiologica), Rianimazione, Malattie Infettive, Ematologia, Geriatria, Gastroenterologia, Medicina d’urgenza e Cardiologia. Negli ospedali indicati dall’Asp di Cosenza, quali presidi Covid-19, vale a dire Paola e Cetraro, le stanze a pressione negativa non ci sono. Per ricostruirle servono almeno 30 giorni, senza parlare dei ventilatori respiratori. I tempi di attesa sono tra i 35-45 giorni.
E’ difficile comprendere la decisione del commissario straordinario Giuseppe Zuccatelli di inviare i pazienti infetti negli ospedali periferici, dopo che l’idea Castrovillari si è dimostrata non valida. L’unica soluzione logica (e percorribile) è quella di sgomberare i reparti dotati dei requisiti previsti per i reparti di Malattie Infettive, ovvero le stanze a pressione negativa, spostando i pazienti non affetti dal coronavirus nei reparti presenti su tutto il territorio della provincia di Cosenza. Non seguire questa strada, la più facile da mettere in pratica, potrebbe creare disservizi nella gestione dell’emergenza sanitaria.
Il concetto della necessità di avere gli strumenti giusti per il ricircolo dell’aria nelle stanze dei pazienti Covid-19, è stato sollevato anche dalla virologa Ilaria Capua. La scienziata italiana ne ha parlato martedì scorso durante il programma d’attualità condotto da Giovanni Floris su La7.
La Governatrice Jole Santelli e il Dipartimento della Salute della Regione Calabria sono a conoscenza di queste difficoltà strutturali in provincia di Cosenza? La soluzione è l’ospedale “Annunziata”. Prima che l’emergenza coronavirus diventi ancora più drammatica.