Il tribunale di collegiale di Cosenza, presieduto dal presidente Claudia Pingitore, ha prosciolto due imputati dell’inchiesta sugli appalti “spezzatino” nel comune di Cosenza. Si tratta dell’indagine – condotta della Guardia di Finanza di Cosenza e coordinata dal procuratore aggiunto Marisa Manzini – che aveva tentato di scoperchiare un presunto “sistema” che avrebbe permesso ad alcune ditte di essere favorite su altre, attraverso i cottimi fiduciari, ovvero appaltando lavori sotto soglia per evitare di indire gare d’appalto.
Il processo conclusosi oggi a Cosenza è uno dei due filoni investigativi, stralciato in dibattimento, poiché le posizioni di Vincenzo Rubino e Ivan Mandarino, accusati di abuso d’ufficio, “viaggiavano” sullo stesso binario di alcuni dirigenti del comune di Cosenza che in udienza preliminare erano stati prosciolti per alcuni capi d’accusa. Così, i legali Antonio Quintieri, Matteo Cristiani e Luigi Cafaro hanno eccepito il ne bis in idem rispetto a ua sentenza di non luogo a procedere nei confronti di Bartucci, Amendola, Filice, Pecoraro, Cerzosimo, Perri e Mazzuca.
Oggi intanto nel processo principale sono stati sentiti l’ex vicesindaco di Cosenza, Katya Gentile e l’ex assessore comunale Giulia Fresca che erano tra le persone sentite dagli investigatori nel corso delle indagini preliminari. Hanno raccontato, a loro dire, cosa avveniva negli anni in cui svolgeranno il ruolo di amministratori di Palazzo dei Bruzi.