Tornare al gusto del pane e della condivisione. L’iniziativa della Casa San Francesco

Un pane mangiato, un pane donato è l’iniziativa di solidarietà organizzata da Casa San Francesco a Cosenza, alla vigilia della festa del Patrono d’Italia, la cui decima edizione giunge ad una settimana dal messaggio del Pontefice diffuso a Matera proprio sul significato della condivisione del pane. Nel fine settimana i volontari hanno stazionato sull’isola pedonale di Corso Mazzini e sul piazzale antistante il sagrato della Chiesa del Santissimo Crocifisso. 
«Torniamo al gusto del pane, perché mentre nel mondo continuano a consumarsi ingiustizie e discriminazioni verso i poveri, Gesù ci dona il pane della condivisione e ci manda ogni giorno come apostoli di fraternità, apostoli di giustizia, apostoli di pace» aveva detto il Santo Padre aggiungendo l’auspicio che il pane di San Francesco possa davvero accendere in ciascuno il sogno di un mondo «fatto di donne e uomini che si spezzano come pane per tutti coloro che masticano la solitudine e la povertà, per coloro che sono affamati di tenerezza e di compassione, per coloro la cui vita si sta sbriciolando perché è venuto a mancare il lievito buono della speranza». 
I fondi raccolti nel fine settimana dalla distribuzione del pane sono destinati al servizio di mensa della carità che attualmente garantisce ogni giorno 290 pasti distribuiti tra pranzo e cena e 230 pasti da asporto per famiglie in difficoltà il cui numero è vertiginosamente in ascesa. Il caro bollette però, incide pure sulle attività di assistenza e di impegno sociale. «L’aumento dei costi energetici ci costringe ad una valutazione su eventuali interventi necessari per evitare di rimanere eccessivamente compromessi anche da un punto di vista di sostenibilità dei servizi» dice il direttore di Casa San Francesco Pasquale Perri.
«Speriamo di non dover ricorrere ad un piano di razionamento – aggiunge – sperando in un supporto anche a livello istituzionale oltre che della nostra buona gente che non manca mai di aiutarci».

L’intervista a Pasquale Perri

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