La caccia all’Oscar dimenticato di Tony Gaudio è iniziata. Primo ciak a Los Angeles

La ricerca dell’Oscar dimenticato, partita da Cosenza e diretta nei grandi States, è cominciata per davvero. La città degli Angeli, la Los Angeles culla e matrona di Hollywood, sogno americano per eccellenza, ha visto la prima battuta di ciak del documentario diretto da Alessandro Nucci e prodotto da Open Fields Productions. Il film racconterà la storia del primo italiano ad aver vinto un premio Oscar, ben prima dei più noti De Sica, Fellini, Loren, Benigni, Sorrentino, o dell’altro calabrese Mauro Fiore. Parliamo di Tony Gaudio che portò a casa la statuetta come DOP in “Avorio Nero”di Mervyn LeRoyche.

Una vita tra luce e schermo

Tony, al secolo Gaetano Antonio, ha una data di nascita di due secoli fa: 1883. Insieme col fratello più piccolo, Eugenio, parte per gli Stati Uniti giovanissimo. Ha solo 23 anni e una voglia matta di mangiarsi il mondo, il nuovo mondo di cui arrivano sprazzi di luce dagli schermi dei rari cinema. Col mestiere del padre nelle mani, riescono entrambi a mettere un piede negli Studios di Hollywood. Dieci anni dopo, Antonio, diventato Tony, ed Eugenio, diventato Eugene, lavorano in pianta stabile per la Metro. Sono anni felici prima della scomparsa prematura di Eugenio per una peritonite che se lo porta via a soli 33 anni. Tony si butta sul lavoro, gettando anima e cuore all’American Society of Cinematographers, e ritagliandosi un posto al sole come direttore della fotografia per la Warner Bros.

Il 6 marzo del 1937, sono tutti in ghingheri al Biltmore Bowl del Biltmore Hotel. Tony è lì a sfilare e prendere posto in platea. A condurre la notte degli Oscar è il cantante George Jessel. Frank Capra la spunta su William Wyler, e Paul Muni su Gary Cooper e Spencer Tracy. Poi l’annuncio. Per la migliore fotografia l’Oscar va a Gaetano Gaudio per il film “Avorio Nero”.

Da quel momento Gaetano Antonio, detto Tony, divenne il più ricercato dalle dive. Tutte volevano che fosse lui a illuminarle. Bette Davis fu la sua affezionata musa che non lo lasciò andare per ben 11 anni. Con lei sullo schermo, Tony agguantò la sua terza nomination all’Oscar con “Il conquistatore del Messico”. Ma anche la Garbo si contese la sua attenzione così come la regina del muto Norma Talmadge. Sessantenne, con un divorzio chiacchieratissimo alle spalle (lasciò nel 1951 la prima moglie Rosina, originaria di Amantea, per una donna americana, di cui si era perdutamente innamorato, scandalizzando gli States) si rifugiò nel suo buen ritiro texano. Ed è proprio lì che nasce il mistero. Dopo la sua morte, il suo Oscar scomparve nel nulla. Neppure gli eredi sono riusciti a rintracciare la statuetta, nonostante gli sforzi e varie ricerche andate a vuoto. Il documentario di Open Fields racconterà proprio di un viaggio alla ricerca della statuetta perduta che, come una diva d’altri tempi, prima ha illuminato il palco e poi è svanita chissà dove.

Tra East Coast e West Coast

Le riprese si snoderanno tra la Grande Mela, New York, laddove Gaudio approdò alla fine di un viaggio che lo aveva portato ad abbandonare Cosenza per l’America, fino a Los Angeles, California, in cui fece fruttare la sua arte. Infine la troupe sarà a San Francisco. Da lì partirà la ricerca dell’Oscar smarrito. La ricostruzione scenica dell’investigazione sarà condotta dall’attore italo-americano Howard Ray, nel cast nella recente serie Netflix “Incastrati”.
Le riprese negli Stati Uniti termineranno a fine gennaio e vedranno la partecipazione di importanti personalità del mondo del cinema internazionale e della comunità italo-americana di Los Angeles, tra i quali: il Premio Oscar Mauro Fiore, anch’egli originario della Calabria e vincitore nel 2010 per la fotografia di “Avatar”; il Premio Oscar Richard Edlund, noto per gli effetti speciali di film quali “Star Wars” e “Indiana Jones”, Marianna Gatto, Direttrice dell’Italian American Museum di Los Angeles; oltre ai docenti di cinema Jonathan Kuntz della Università della California e Patrick Keating della Università del Texas.


“L’Oscar Dimenticato” – è stato realizzato con il contributo della Fondazione Calabria Film Commission e la collaborazione del Museo nazionale del Cinema di Torino, della Tony Gaudio Foundation for the Cinematic Arts, l’American Society of Cinematographers e con il patrocinio dei Comuni di Cosenza e Torino – sarà completato entro l’estate 2023 e distribuito via broadcast e sulle maggiori piattaforme streaming a partire dall’autunno prossimo.

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