Cosenza, Fratelli d’Italia non vota contro il ddl Calderoli

Fratelli d’Italia ha votato contro una delibera con cui il consiglio comunale di Cosenza stigmatizza i contenuti del ddl Calderoli. Il resto dei presenti si è espresso favorevolmente, compresi i rappresentanti del gruppo “Bianca Rende sindaca” che non fanno parte della maggioranza. Per il partito di Giorgia Meloni erano presenti solo il capogruppo Francesco Spadafora e Ivana Lucanto che hanno seguito la linea nazionale nonostante le rimostranze dell’assise. Assente invece Giuseppe D’Ippolito, al pari degli altri consiglieri di minoranza riconducibili a posizioni più o meno vicine a Forza Italia. Hanno marcato visita pure Alessandra Bresciani, Roberto Sacco (che ha lasciato a Frammartino il posto in commissione Welfare), Raffaele Fuorivia, Daniela Puzzo, Francesco Gigliotti, Francesco Graziadio e Antonio Golluscio.

Il sindaco Franz Caruso auspicava che, come accaduto ad esempio ad Acri, tutti i rappresentanti del pubblico consesso bocciassero la proposta di autonomia differenziata. Nel suo intervento, ribadendo la partecipazione alla manifestazione in programma Napoli venerdì 17, non ne ha fatto mistero ribadendo come nel disegno di legge al Mezzogiorno vengano tagliate le gambe in tema di sanità, istruzione, infrastrutture e welfare.

«Il dibattito è politico ma non di contrapposizione politica – ha aggiunto -. C’è la necessità di difendere i valori del nostro Paese perché questi argomenti sono tornati in auge dopo il 25 settembre. Due terzi del Paese, però, non sono rappresentati dal contenuto del ddl. È qualcosa di elettorale, non si fanno così gli interessi degli italiani…».

La delibera del comune di Cosenza sull’autonomia differenziata

Nella delibera letta dal presidente Giuseppe Mazzuca e approvata dal consiglio comunale di Cosenza, si è chiesto «il ritiro del DDL Calderoli allo scopo di favorire una discussione su un’ipotesi di Autonomia Differenziata – rispetto alla quale non siamo ostili – che rispetti l’unità nazionale, salvaguardi i diritti dei cittadini del Meridione, garantendo le risorse necessarie per contenere il divario Nord-Sud; il calcolo e il finanziamento dei LEPla ridefinizione del Fondo perequativo per i Comuni;  di portare il presente atto all’attenzione dell’ANCI, che partecipa alla Cabina di Regia della Legge di Bilancio».

Contestualmente da Palazzo dei Bruzi hanno sollecitato Caruso e Mazzuca «ad adoperarsi in tutte le sedi istituzionali competenti a promuovere sulla materia di rilevanza costituzionale un serio dibattito in Parlamento e un confronto nel Paese che coinvolga tutti i soggetti istituzionale e della società civile».

La bocciatura di sindacati e associazioni

Trattandosi un consiglio comunale straordinario, è stato aperto il dibattito ad amministratori di altri municipi, a sindacalisti e ad esponenti delle associazioni. Hanno preso la parola dopo un minuto di silenzio in memoria delle vittime di Cutro e dopo l’intervento iniziale di Francesco Alimena (Pd) che ha dato l’indirizzo alla discussione focalizzando i temi cari ai democrat.

Rosa Principe e il professore Walter Nocito del Coordinamento Democrazia Costituzionale hanno avanzato una proposta a cui, a livello nazionale, hanno contribuito più di 120 costituzionalisti. «Non è importante soltanto distruggere in questa fase – hanno detto – ma soprattutto costruire qualcosa di veramente egualitario». Pollice verso da parte di Teresa Aiello della Cgil e di Paolo Cretella della Uil.

Pino Capalbo e l’esempio di Acri

Ad ascoltare la discussione c’erano il sindaco di Aiello Calabro Luca Lepore, l’assessore al Comune di Rende Domenico Ziccarelli e il primo cittadino di Acri Pino Capalbo. È stato quest’ultimo a prendere la parola e a portare l’esempio del suo territorio dove tutte le forze politiche elette hanno partecipato alla stesura di una delibera condivisa, presentando sì emendamenti, ma palesando contrarietà a questo tipo di autonomia differenziata. «Storicizzare il fondo perequativo mette a rischio i servi essenziali senza prima aver definito i costi standard dei Lep e dei Leas», ha detto strappando i complimenti di Mimmo Frammartino che ha preso spunto da queste parole nel suo intervento.

Significativo il tackle di Giuseppe Ciacco (FCs). «Siamo in presenza di un disegno eversivo e sovversivo – ha tuonato -. Il ddl Calderoli destituisce il Parlamento, che viene sostituto da un’intesa tra Stato e regioni. Si soffoca così il potere legislativo, come ai tempi del fascismo». Stesso tenore l’enfasi data dai democrat Aldo Trecroci («Amici di Fratelli d’Itallia, votare a favore del ddl Calderoli per un meridionale è come esprimere una preferenza per il partito nazista da parte di un ebreo») e da Gianfranco Tinto.

«Cosenza non ha forza di competere – ha chiuso Bianca Rende che ha manifestato solidarietà alla città di Napoli assediata dagli hooligans dell’Eintracht Francoforte -. Altro che Autonomia differenziata, dovremmo riproporre invece la Cassa del Mezzogiorno per cercare di colmare il gap col nord. Pieno mandato, pertanto, al sindaco e al presidente del consiglio».

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