Città unica, proposto un modello alternativo: la Bio-regione urbana del Crati

«Non è ancora arrivata l’estate e il clima del dibattito sull’area urbana di Cosenza, Rende e Castrolibero si fa rovente per i numerosi appuntamenti sulla proposta di fusione minacciata dalla giunta regionale Occhiuto. Tra i favorevoli e i detrattori, il laboratorio politico Primavera della Calabria promuove, da tempo, un modello alternativoquello dellaBio-regione Urbana del Crati». Ad affermarlo è Rossana Vulcano, coordinatrice Area Nord dell’associazione.

Mercoledì si è svolto, nel cuore di Cosenza, il quarto appuntamento del progetto che il gruppo cosentino sta portando avanti coinvolgendo docenti universitari di portata nazionale, professionalità del territorio (specializzati sui temi dell’urbanistica, dell’ambiente e dell’agricoltura), associazioni del territorio e amministratori locali.

Alla base del percorso di Primavera della Calabria vi è la proposta di un nuovo approccio (cfr. Alberto Magnaghi, prof. Emerito UniFi in «La bioregione urbana nell’approccio territorialista») di pianificazione, progettazione e programmazione del territorio che parte dal basso.

Nell’introduzione alla prima sessione, Pietro Tarasi ha sottolineato, citando i concetti di «gentrificazione» e di «città packaging», come circoscrivere la discussione soltanto al tema della fusione (strictu sensu) sia quanto di più limitante, soprattutto, se non vengono prese in considerazione le diverse relazioni fra comunità e luoghi che vanno a comporre e ad alimentare la complessità degli spazi e delle relazioni.

A ciò, si sono aggiunte le riflessioni emerse nel corso delle letture, quali l’importanza che la città di Cosenza non viva del proprio riflesso e, quindi, attivi un dialogo proficuo con i comuni circostanti (prof. Minervino) e la necessità di delimitare il fenomeno di conurbazione che ha aggredito l’area del Crati, perdendo di vista il fondamentale rapporto tra città, campagna e corsi d’acqua (prof. Scaglione).

All’incontro ha partecipato, l’appena istituito Garante del verde del Comune di Cosenza, nei componenti di Roberto Castiglione (agronomo e formatore) e di Nadia Gambilongo (sociologa e attivista ambientale), sostenendo che la necessità di interventi di bonifica (mediante fitodepurazione e fitorimediazione) dell’area del fiume Crati richiede, comunque, la partecipazione e il confronto con chi vi abita.

L’intervento del consigliere Francesco Alimena si è concentrato sulle contraddizioni determinate da azioni ed interventi sommari in quanto, di frequente, ignorano le esigenze dei cittadini e, pertanto, risultano privi di analisi del contesto in cui vengono calati.

A chiusura della prima sessione, Tatiana Novello (assessora all’urbanistica) ha riportato l’esperienza della fusione «a freddo» di Corigliano-Rossano, evidenziando le difficoltà iniziali, dovute alla incompleta unificazione della città dal punto di vista degli uffici e dei servizi, per cui tale processo deve tener in conto il territorio e le persone che lo abitano. 

La sessione della Tavola Rotonda è stata animata dalla Vice sindaca di Cosenza, Maria Pia Funaro che ha posto come centrale il tema ambientale nella governance del territorio (attraverso processi interattivi e cooperativi fra le diverse Amministrazioni). Ha bocciato «l’impostazione fallimentare urbano-centrica che ha manifestato la sua inadeguatezza, avendo ignorato del tutto le comunità e gli spazi (pubblici e privati), le infrastrutture verdi e blu, le aree periurbane e rurali nonché le reti ad esse connesse».

Poi la sessione ha visto il confronto fra Gianluca Ferraro (neo assessore all’ambiente di Casali del Manco), Paolo Settembrino (assessore all’ambiente di Zumpano) e Nicoletta Perrotti (neo assessora ai lavori pubblici di Castrolibero).

Il pomeriggio di studio e di proposte si è concluso con Rossana Vulcano, che ha rimarcato «la necessità di attivazione di un processo democratico in grado di individuare nelle problematiche caratterizzanti l’area urbana del Crati delle linee guida (quali la limitazione della dicotomia centro – periferia, la relazione tra aree urbane, periurbane e rurali e la formulazione in scala di politiche di rigenerazione urbana) per realizzare il progetto di “fusione” secondo il modello della Bio – regione urbana». Walter Nocito (docente di diritto pubblico UniCal) ha invece denunciato, rimarcando l’importanza del momento referendario, «il carattere autoritario e poco rispettoso della Costituzione della proposta di legge (in fieri) sulla fusione da parte della Giunta Occhiuto pur di ricostituire, l’ormai, obsoleto progetto (di periodo fascista) della Grande Cosenza di Michele Bianchi».

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