Narcotraffico tra Cassano e Cosenza, il pentito Gianluca Maestri parla di Rosanna Abbruzzese e della nipote

È l’11 gennaio 2024 quando il neo pentito di ‘ndrangheta Gianluca Maestri, già presunto “reggente” del clan degli “zingari” di Cosenza, depone davanti al pubblico ministero Alessandro Riello, in servizio presso la Dda di Catanzaro. Nel corso dell’interrogatorio ci sono anche due carabinieri che hanno collaborato con il magistrato nella fase delle indagini preliminari di “Athena“. Sembra evidente già dal primo verbale che la pubblica accusa ha chiesto di acquisire in udienza preliminare, che il collaboratore di giustizia Gianluca Maestri abbia tante cose da dire agli investigatori. Un tempo rapinatore, poi pusher e oggi presunto narcotrafficante. Questa in sintesi la storia criminale del pentito cosentino.

Leggi anche ⬇️

Le dichiarazioni di Gianluca Maestri sono strettamente collegate, almeno in questo momento, ai rapporti intercorsi con gli “zingari” di Cassano Ionio, clan di ‘ndrangheta da cui i cugini cosentini si rifornivano per l’approvvigionamento di sostanze stupefacenti. E la prima parte non omissata riguarda Rosanna Abbruzzese. «Veniva a Cosenza con il marito a prendere i soldi della droga. Immagino che lei fosse a conoscenza del motivo di quegli incontri, ma con lei non ho mai parlato di affari illeciti, perché essendo donna, preferivo parlare con suo marito». Il pentito precisa che una delle imputate di “Athena” «era sempre presente con lui nelle occasioni in cui consegnavo i soldi o in quelle in cui ricevevo lo stipendio da Rocco».

Il passaggio sulla nipote

Maestri, sempre l’11 gennaio, parla di un’altra donna. Questa volta di sua nipote, Maria Rosaria Maestri. «In merito al capo 51 intendo solo precisare che non ricordo del coinvolgimento di Maria Rosaria Maestri», dichiarando in seguito che «era pienamente consapevole dell’attività di traffico di droga che io svolgevo, così come era a conoscenza del coinvolgimento di Roberto Olibano e di Gennaro Presta».

Il neo pentito poi fornisce una sua interpretazione: «Maria Rosaria Maestri a mio avviso ha commesso delle ingenuità, ma non spacciava direttamente droga», confermando però che “prendeva contatti” con un’altra donna «per facilitare le comunicazioni tra me e Nicola Abbruzzese, che in occasione di una perquisizione si era disfatta di un bilancino e che, a seguito dell’arresto di Olibano, commentai con lei l’accaduto e lei mi disse “ti potevo accompagnare io a Cassano“, con ciò intendendo che sarebbe stata disponibile a porre in essere lei la condotta in realtà commessa da Roberto».

Condividi
Impostazioni privacy
Privacy e termini di Google