Il processo Imponimento, che ha preso avvio sotto l’egida della Dda di Catanzaro, rappresenta un capitolo cruciale nella lotta contro il potere criminale della consorteria Anello-Fruci di Filadelfia, la cui influenza si estende dalle province di Vibo Valentia fino al comprensorio di Lamezia Terme. Nell’aula del Tribunale di Lamezia Terme, il pubblico ministero Antonio De Bernardo ha richiesto con fermezza 71 condanne, con pene che spaziano dai 30 anni di reclusione fino ad un anno e sei mesi.
Tra gli imputati, figura un nome di rilievo: l’ex assessore regionale e ex sindaco di Pizzo, Francescantonio Stillitani, insieme al fratello Emanuele Stillitani. Ma è Tommaso Anello ad essere posto sotto i riflettori, con la richiesta di una pena di 30 anni di reclusione. La sua presunta posizione al vertice della consorteria lo colloca al centro dell’inchiesta, simboleggiando il vertice di un’organizzazione criminale che ha lasciato un’impronta indelebile sulla vita sociale ed economica della regione. clicca avanti per continuare a leggere