venerdì,Marzo 29 2024

Cosenza-Andria: i precedenti

I pugliesi per la sesta volta in riva al Crati (nei cinque precedenti mai una vittoria). L’ultima sfida al San Vito in serie B nel 1998. Finì 2-0 per i silani con le reti di Morrone e Marcatti. Cosenza-Andria stagione 1995/1996 Il Cosenza ha ospitato la Fidelis Andria al “San Vito” cinque volte sempre in

I pugliesi per la sesta volta in riva al Crati (nei cinque precedenti mai una vittoria). L’ultima sfida al San Vito in serie B nel 1998. Finì 2-0 per i silani con le reti di Morrone e Marcatti.

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Cosenza-Andria stagione 1995/1996

Il Cosenza ha ospitato la Fidelis Andria al “San Vito” cinque volte sempre in serie B, tra il 1992 ed il 1999. Tre le vittorie dei “lupi” e due pareggi; sette le reti fatte e due quelle subite. Il primo incontro nel campionato 1992-93: il 13 settembre, alla seconda giornata, 3-1 il risultato finale, con reti di Caruso al 33′ per i pugliesi, Marulla al 45′, Maurizio Coppola al 55′ e ancora il bomber Marulla al 90′. Nel campionato successivo, 1993-94, il 10 ottobre alla 7a giornata, termina 0-0. Il Cosenza spara a salve sull’Andria. Dopo sette turni i silani per la prima volta restano a secco e consentono alla Fidelis di portare via un giusto pari. I calabresi subiscono l’organizzazione tattica dei pugliesi e pungono solo due volte con Fabris e Marulla. Ottima prova di Cappellacci che non ha concesso spazi a Maiellaro. Decisivo Zunico. Terzo incontro nella stagione 1994-95 ed è ancora 0-0. L’undici dicembre, alla quattordicesima, una giornata da dimenticare: l’Andria fa tremare i seimila del “San Vito”. I pugliesi controllano il centrocampo e con Amoruso e Massara mettono i brividi ad uno strepitoso Zunico. Casonato rileva uno spento Buonocore. Nel 1995-96 arriva la seconda vittoria; la partita è anticipata a sabato 20 aprile per le elezioni politiche. Alla trentunesima giornata, segna Marulla dopo 4′; pareggia Beghetto al 25′ e, a 10′ dal termine, un rigore di Alessio sigilla il 2-1 finale. Il Cosenza spegne i fischi e l’Andria. Subito in vantaggio con Marulla, i “lupi” si lasciano raggiungere dai pugliesi. Nella ripresa, dopo un precedente errore di Marulla dal dischetto, Alessio trasforma il penalty decisivo concesso per atterramento di Gioacchini. Zunico festeggia, con una grande prestazione, la sua 500ª  partita ufficiale. Al termine del campionato, i pugliesi con 45 punti retrocedono nel campionato di serie C1. Ultimo incontro nella stagione 1998-99; il 4 ottobre, alla quinta giornata di serie B, segnano Morrone al 25′ e Marcatti al 44′. Il Cosenza fa un sol boccone dell’Andria, che all’organizzazione di gioco dei silani oppone un collettivo ancora in cerca di identità. Pugliesi giunti in riva al Crati col chiaro intento di non prenderle, ma i ragazzi di Sonzogni, in gran spolvero, appaiono finalmente capaci di attaccare con criterio e la diga eretta a centrocampo dall’elvetico Morinini si sbriciola senza attenuanti. Dopo le prime schermaglie, il Cosenza affonda i colpi e per i biancazzurri svanisce ogni speranza di uscire imbattuti. Al 25′ Morrone dal limite lascia partire un preciso sinistro: la conclusione non è irresistibile ma molto angolata ed il portiere è superato. Il vantaggio mette le ali ai piedi dei rossoblu che sfiorano ripetutamente il raddoppio. Al 39′ un bel taglio di Russo mette Marzio nelle condizioni di battere a rete ma Frezzolini sventa. Prima del riposo, giunge puntuale il raddoppio dei “lupi”. Lo scatenato Apa attraversa, palla al piede, quasi tutta la metà campo ospite ed offre la sfera in verticale per Marcatti: violento destro del palermitano e palla sotto la traversa. I pugliesi sono al tappeto: scarsa capacità di reazione, nessun guizzo d’orgoglio né un tentativo di pressing. Nella ripresa, il Cosenza potrebbe incrementare il proprio bottino con Barbera, ma l’attaccante rossoblu fallisce per due volte il bersaglio. Per il Cosenza solo elogi. Terzo posto in classifica ad una sola lunghezza dal duo di testa (Brescia-Treviso); il pubblico chiama a raccolta sotto la curva la squadra ed anche il tecnico accompagna i propri ragazzi. (Ernesto Pescatore)