martedì,Aprile 16 2024

Cosenza, qual è il tuo vero volto?

Da un modulo all’altro, da vittorie pesanti a sconfitte cocenti. I Lupi non hanno ancora un volto ben definito. E intanto il nervosismo serpeggia anche nello spogliatoio. C’è bisogno di cambiare strada e di capire chi può fare o meno parte di questa squadra. Manolo Mosciaro palla al piede. Dietro Catalano del Montalto (foto rosito)

Cosenza, qual è il tuo vero volto?

Da un modulo all’altro, da vittorie pesanti a sconfitte cocenti. I Lupi non hanno ancora un volto ben definito. E intanto il nervosismo serpeggia anche nello spogliatoio. C’è bisogno di cambiare strada e di capire chi può fare o meno parte di questa squadra.

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Manolo Mosciaro palla al piede. Dietro Catalano del Montalto (foto rosito)

Un lunedì così nero la Cosenza sportiva non lo ricordava da anni. Troppo cocente la sconfitta maturata contro il Montalto. Difficile da digerire per una piazza che dopo aver ascoltato i messaggi lanciati da Mosciaro e Parisi, convintissimi nel dire che il Messina non avrebbe vinto il torneo hanno vissuto un incubo di quindici giorni. Dal ko del Celeste alla debacle del San Vito. Dal paradiso all’inferno per chiarire il concetto. E non solo dentro al rettangolo verde. Il Cosenza non sembra avere ancora una vera e propria identità e inizia a vacillare anche la convinzione che ci siano giocatori in grado di interpretare qualsiasi modulo. Troppi cambi, troppe variazioni tattiche che probabilmente hanno disorientato la squadra in campo. E’ stata una giornata storta quella di ieri ma ha fatto squillare un campanello d’allarme. Il Cosenza non è una compagine formata da giocatori attaccati ai soldi o alla gloria, ma di uomini che nella passata stagione e anche quest’anno si sono distinti per attaccamento alla maglia e predisposizione al sacrificio. Forse però la partita è stata troppo caricata nell’ambiente rossoblù e il nervosismo, fuori e dentro al campo, si è visto. Troppi falli, entrate dure, teste annebbiate e tanti cartellini. Fuori invece lo sfogo di Andrea Marano, che sarà multato dalla società silana. Ci si chiede se sia il caso di tenere ancora ai box un calciatore in grado di fare la differenza ma lo sfogo pesante avuto su una pagina stravisitata di un social network non è comunque il modo migliore per far valere le proprie idee. Il Cosenza è nervoso così come mai lo è stato nell’ultimo anno. Non ha un volto ben delineato, come non accadeva da tempo, ed ha subito due pesanti sconfitte di fila. I numeri, infatti, nel calcio contano e i rossoblù non stanno convincendo. Sei reti incassate nelle ultime due gare, solo quattro giocatori andati a segno e una difesa che rispetto all’anno scorso soffre troppo. I Lupi segnavano in casa da venti mesi e quarantatre giorni. L’ultima volta che non andarono a bersaglio fu all’esordio della passata stagione contro la Nuvla. Era un Cosenza con sette under in campo, partito in ritardo e senza preparazione. I rossoblù inoltre non perdevano in casa da un anno esatto, in quel due a uno per l’Hinterreggio. A differenza di un anno fa il Cosenza ha un punto in più ma Patania prese una squadra senza effettuare una preparazione consona. Nel calcio i numeri contano, lo ribadiamo, ed è evidente che qualcosa non gira. Un passo falso ci può stare, qualche giocatore fuori ruolo pure, altri indignati e alcuni non al meglio anche. Purchè serva almeno, così come ha ribadito Gagliardi, a capire chi è uomo e chi no. Chi è da Cosenza e chi no. (Francesco Palermo)