Il candidato a sindaco di “Cosenza in Comune” parla del suo programma, affrontando diversi temi: dal centro storico al Welfare, dalle opere pubbliche alla sanità pubblica. E aggiunge: «Sono onorato di rappresentare questa lista»
Sentendo Valerio Formisani parlare del suo programma e di quello che farebbe qualora diventasse sindaco ci si accorge che una persona come lui deve stare in Consiglio comunale. Cosa lo contraddistingue dagli altri candidati? Un sorriso che infonde fiducia e la consapevolezza di avere a che fare con un uomo di sinistra. Impossibile, forse, la rincorsa alla poltrona di sindaco anche se le intenzioni di “Cosenza in Comune” sono quelle di conquistare Palazzo dei Bruzi. Intorno alle ore 18 Francesco Febbraio, anch’esso medico e voce storica di Radio Ciroma, ha cominciato a porre diverse domande al candidato a sindaco della sinistra alternativa che in questa campagna elettorale è sostenuto anche da forze civiche. La giornalista Soave Maria Pansa ha letto al lista dei candidati e subito dopo si è entrati nel vivo della manifestazione elettorale organizzata in piazza XI settembre.
Febbraio ha voluto ricordare un ragazzo del comitato “Prendocasa”, scomparso prematuramente oggi. Poi l’introduzione: «Qualcuno dice che i programmi sono tutti uguali», riferendosi a Enzo Paolini «se da una parte c’è Gentile ci viene difficile parlare di partecipazione, se dall’altra c’è Verdini ci viene difficile parlare di trasparenza». Ed ecco il turno di Formisani. «È una cosa bella ritrovarmi qui con tutti voi. Tanta gente, anche inconsueta. Sono veramente onorato di rappresentare questa lista, fatta da persone meravigliose che ogni giorno sono impegnate nel sociale». Primo argomento: centro storico. «La zona vecchia di Cosenza è stata progettata per l’uomo e non per le macchine» ha detto Febbraio, mentre Formisani si è espresso in questi termini: «È la memoria storica, un borgo antico molto bello con secoli di storia. Oggi vive in uno stato di degrado, gli altri candidati sembrano vivere in un altro mondo. Cosenza vecchia è stata di nuovo ghettizzata e le strutture sono fatiscenti. Dovremo censire tutti gli edifici pericolanti e quelli che non sarà possibile recuperare dovranno essere abbattuti per creare nuovi spazi».