mercoledì,Maggio 1 2024

Corbelli: «Cimitero per migranti non più rinviabile»

Il leader del Movimento Diritti Civili Franco Corbelli da oltre tre anni è  impegnato per la realizzazione, a Tarsia, in Calabria, del Cimitero internazionale dei Migranti. «Ci sono ancora 48 salme di poveri migranti, vittime della tragedia del 18 aprile 2015 nel Canale di Sicilia, che sono state, insieme ad altre diverse centinaia, recuperate in fondo

Corbelli: «Cimitero per migranti non più rinviabile»

Il leader del Movimento Diritti Civili Franco Corbelli da oltre tre anni è  impegnato per la realizzazione, a Tarsia, in Calabria, del Cimitero internazionale dei Migranti.

«Ci sono ancora 48 salme di poveri migranti, vittime della tragedia del 18 aprile 2015 nel Canale di Sicilia, che sono state, insieme ad altre diverse centinaia, recuperate in fondo al mare, che non si riesce a seppellire per mancanza di loculi nei cimiteri siciliani e calabresi e per questo il Ministero degli Interni, Dipartimento Libertà Civili e Immigrazione, attraverso le Prefetture, ha mandato una circolare ai sindaci e ai commissari straordinari della Calabria chiedendo di far sapere se c’è la possibilità, nei loro cimiteri, di accogliere queste salme». Lo rende noto il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, da oltre 3 anni, continuamente impegnato per la realizzazione, a Tarsia, in Calabria, del Cimitero internazionale dei Migranti, i cui lavori, superati gli ultimi ostacoli burocratici e governativi, stanno finalmente per iniziare.

Corbelli informa che questa richiesta del Ministero degli Interni è arrivata, tramite la Prefettura di Cosenza, anche al sindaco di Tarsia, Roberto Ameruso. «Il dramma di quelle 48 salme di poveri migranti che non si sa dove seppellire – agiunge – dimostra, ammesso che ve ne fosse bisogno, ancora una volta l’importanza e l’assoluta urgenza del Cimitero dei Migranti, la grande opera umanitaria che consentirà di dare una degna sepoltura, nel rispetto delle diverse culture religiose, a tutte le vittime dei tragici naufragi, cancellando così definitivamente la disumanità di quei corpi, quasi tutti senza volto e senza nome, seppelliti con un semplice numerino, in tanti piccoli sperduti cimiteri, calabresi e siciliani, che di fatto ne cancellano in questo modo, per sempre, ogni ricordo e riferimento per i loro familiari che non sapranno mai dove andare un giorno per portare un fiore e dire una preghiera».