Amaco, nuova protesta dei lavoratori: «Sdegnati da comportamento azienda»

Nuova vibrante protesta dei lavoratori dell’Amaco, l’azienda di trasporti della città di Cosenza. Dopo lo sciopero del 10 luglio scorso che ha raggiunto la quasi totalità delle adesioni, la Faisa-Cisal torna a parlare anomalie. Il sindacato che tutela gli autoferrotranvieri usa parole forti per qualificare a proprio dire il comportamento dei vertici. «Denunciamo, sdegnati, il comportamento della Amaco che, ai danni causati dal COVID-19, sta aggiungendo la beffa del ritardo nei pagamenti salariali».

L’attesa per i pagamenti da parte dei lavoratori

I lavoratori attendono, invano, l’incasso del salario di luglio oltre alla quattordicesima. «Sin qui sono stati negati a motivo di un non meglio precisato, da parte datoriale, ritardo nell’erogazione della bimestralità da parte della Regione Calabria. Non sappiamo – continua la nota – se e quando Amaco esaurirà le scuse, ma sappiamo che è esaurita la pazienza dei lavoratori, la cui paga non può essere posticipata a piacimento dell’Azienda, con una disinvoltura vergognosa».

I dipendenti Amaco minacciano proteste eclatanti

Come detto, lo sciopero di qualche settimana fa non ha smosso le acque per come auspicato. «Attendiamo di vedere corrisposto il salario di luglio entro tempi strettissimi, di uno-due giorni al massimo – chiude la Faisa-Cisal -. In difetto, porteremo la protesta dinnanzi la sede aziendale e/o quella comunale per rivendicare il diritto al salario e pretendere da Amaco il rispetto dei lavoratori e delle loro famiglie. Sono già provate da una pandemia che ha comportato considerevoli contrazioni salariali mentre Amaco ha introitato, invece, il cento per cento dei corrispettivi regionali. È ora di smettere la (ingiustificata) tessitura delle lodi proprie e di dare risposte, su molti fronti, ai dipendenti. Non tollereremo, come Sindacato, che la Società tratti con sufficienza i propri collaboratori e rifugga dalle responsabilità che nei confronti degli stessi deve avvertire ed onorare senza se e senza ma. E soprattutto senza rinvii».

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